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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Martin Soto Climent ▒ Under the immortal skin


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Martin Soto ClimentUnder the immortal skin
12 May - 15 June, 2018
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
T293 - Martin Soto Climent – Under the immortal skin - 1
Per celebrare i 10 anni di collaborazione con T293, Martin Soto Climent ha concepito e realizzato un progetto ambizioso, una mostra che aspira a rappresentare la concreta testimonianza di un momento di riflessione sulla vera essenza del proprio lavoro: l’essere umano e le sue relazioni con il prossimo e il mondo circostante. Una mostra che si alleggerisce di sovrastrutture e virtuosismi per interagire senza ostacoli con l’anima dello spettatore, invitato a percepire oltre che osservare.
Fedele a un metodo che si fonda su un’economia dei materiali al fine di valorizzare il messaggio e l’emozione che da esso deriva, Soto Climent è allaco stan te ricerca del gesto poetico che trasforma, senza produrre, ciò che è già nel mondo per dimostrare come da una semplice piega, intreccio o e stensionedi uno o più oggetti si possano aprire innumerevoli ‘finestre’ di percezione e comprensione. E’ questa capacità di animare
l’inanimato che ci distingue come uomini; quel linguaggio simbolico rivelatore di immaginazione e coscienza che utilizziamo sempre più raramente perché sopraffatti da prodotti ormai privi di qualsiasi carica allegorica e perciò di significato. Per Soto Climent l’arte non deve soccombere a questa insensata sovrapproduzione ma
cercare, sprigionare e condividere quell’invisibile energia.
Per questo progetto inedito, Soto Climent si ispira all’intervento di Socrate sulla natura dell’Amore contenuto nel Simposio di Platone e lo ripristina come metafora dell’azione creativa, sostenuta da quello slancio verso qualcosa di mancante ed estraneo da sé come afferma il filosofo greco. L’artista è perso in una giungla di trame e tessuti pensati per abiti, come leggings, bikini o reggiseni che, proprio per l’aderenza che li caratterizza, sono carichi di sostanzaumana e rappresentano una sorta di seconda pelle. Sono contorti e tesi, fragili e frangibili, proprio come l’essere umano che li indossa. Li manipola per disporli, per la prima volta, su pannelli di legno che diventano ulteriore strumento per lavorare con libertà e superare così la costrizione e i limiti delle quattro assi del telaio. I colori sono sgargianti, quasi ad emulare i travestimenti di quei rituali primitivi con cui si affidava a indumenti, accessori e maschere il tentativo di comunicare con il sovrumano. L’artista messicano attinge alla poetica di miti e tradizioni per parlare di un’arte che non è necessariamente produzione e innovazione, ma condivisione e unione.