*fantastico=magnifico,ammirevole= desiderio assoluto,splendido
░ Nel Libro di Silitori che vive
a Kanagawa apparve questo Parser
che attiene alla correttezza formale
di un insieme di dati strutturati
questo insieme che è questo podice
koreano e nel programma
di verifica del visionatore la linea
P così come si fa meridiano
anche nel reticolato rapportatore
Aquino che
nella navigazione astronomica fa
determinare
le direzioni azimutali, a partire
dal centro del foglio
o della foto, insomma è il nozomi ,
il meridiano, il desiderio
di chi osserva e di lungo quella
linea e quel
meridiano del Parser farà nozomu
che è lo schema verbale del “guardare”
e
del “dare qualcosa”, “fronteggiare”,
“affrontare”
“dominare” il meridiano K tanto che passando
attraverso Hokkaido l’altro Vecchio per
quel Nozomi
così affrontato esorta Silitori che
è a Tokyo
a smetterla di dare qualcosa sul
meridiano K!
cqui è stato
indicato il punto K
come se
fosse la foto
su un reticolato Aquino
(non
disponendo
al momento
del reticolato da sovrapporre
abbiamo usato la griglia di
"Paint" che,
poi, non si
riproduce).
▐ P-lineworld e l’eclissi
della linea del mondo.
Nell’inseguimento fotografico nipponico, la figura presa all’istante
nella sua allure di quel momento, in quel posto, così com’è vestita allora, il fotografo-visionatore,
prima, e il poeta-visionatore,
dopo, non sa cos’è né dove va: segue la figura che va e condivide il suo
segreto senza saperlo. In virtù di una declinazione del senso o del non-senso è
così che l’esistenza prende forma, grazie alla deflessione di qualcos’altro.
Non abbiamo volontà propria, scrive Jean Baudrillard, e l’altro non è mai ciò
con cui ci confrontiamo secondo la nostra propria volontà. In sostanza: è l’irruzione
di ciò che proviene da un altro luogo, è la seduzione dell’estraneo e la sua devoluzione.
C’è in questi esercizi singolari alla Mathews, la precessione di tutte le
determinazioni venute o intervenute da un altrove, illeggibili, indecifrabili,
in questo caso visibili nella forma e nella struttura dell’inseguitore
autoctono, quello che fissa e immobilizza l’assolutezza anonima e l’inesorabilità,
l’irredentismo dell’oggetto: l’essenziale è che anche il poeta-visionatore
sposi la forma estranea di quel qualunque oggetto, di quel qualunque essere
fortuito, che necessariamente è stato seguito da qualcun altro: oggi che ognuno
di noi perde le proprie tracce, disse sempre Baudrillard, è assolutamente
urgente che qualcuno si metta sulle nostre tracce, anche se così facendo le
cancella e ci fa sparire; è un modo complice di scomparsa, una forma di
obbligazione simbolica quella che è stata giocata, una forma enigmatica di
connessione e di sconnessione. La devoluzione come etica implica una filosofia
della sottigliezza; la sottigliezza è l’artificio fondamentale: il visionatore,
e anche la figura, vive dellì’energia, o meglio: dell’esserci, che viene
sottilizzato agli altri, al mondo: si vive di questa energia surrettizia, di un’energia
rubata, forse anche sedotta, e anche l’altro, quella figura inseguita, esiste
solo grazie a questo movimento indiretto e sottile di captazione, di seduzione,
di devoluzione. Questo altro, quando appare, e qui è afferrato e fotografato,
detiene in un solo istante tutto ciò che non ci sarà mai dato di sapere. È il
luogo del nostro segreto, questo altro è il luogo della vertigine, dell’eclissi,
dell’apparizione e della sparizione. Tra artificio e altro seguito e
circoscritto, questo stesso exinscriversi nella figura dell’Altro, e farne un
piacere singolare, nella forma strana venuta da un altro luogo.La
corsa-inseguimento diabolica dell’oggetto, che è l’orizzonte della mia
scomparsa. La ricerca in potenza dell’alterità radicale, ma per il piacere e il
gaudio fatto nel proprio oggetto “a”, a ogni passaggio al proprio meridiano, l’oggetto
come attrattore strano quando appare al visionatore non è che l’analemma
esponenziale del suo oggetto “a”.
A un certo punto, nel forum
nipponico articolato per P.La linea del
mondo, P-lineworld BBS,la pubblicazione delle
immagini viene cancellata. Così è stato fatto. E il curatore aggiunge: “ma le
belle opere potrebbero essere posticipate”.