|||Alessia che mi chiama per Telecom Italia a
pranzo da noi, Edoardo Raspelli e il tenente Colombo.
Oggi mi ha chiamato ancora Alessia da
un call-center della Telecom Italia, ed è straniera, e le ho chiesto anche il
cognome, e il suo numero di telefono. E le istruzioni d’uso: per esempio:
toccare qui sul trapezio prima a destra e poi a sinistra. E io: e sarà più
difficile aprire la scatola, o il modem si avvia più veloce? Il tasto sta là
dietro, se fate bucatini alla carbonara e non anatra all’arancia, poi passo con
una bottiglia di Cannonau di Jerzu, del 2015, che dici? Questo è un tocco di
genio, le dissi, ma metti che il tuo ospite possa essere allergico al Cannonau
per via del soprannome che fu dato al nonno? In quanto “Parròt”, a voce può essere anche “Parrott”, che è il cannone americano della guerra civile, e allora
più tempo e fatica ci sono voluti a preparare il pranzo, più alta è la
probabilità che l’ospite, Alessia, appunto, parli tutto il giorno di altri
pranzi e cene a cui è stata, elogiando piatti impronunciabili, di cui non v’è
traccia nemmeno nelle cronache ristorative di Raspelli su “La Stampa” del secolo scorso. Poi sarà tutto: un uovo marcio rotto
nella pasta della torta, oppure basta che venga su un ingrediente e l’ospite l’ha
mangiato a pranzo il giorno prima o la settimana scorsa a cena, ospite di un
altro poeta, o forse era un cantante, che tira di più e fa più soldi. E ha la
piscina, e tu: cazzo, ma avete ancora il pollaio, voi altri? Poi si ricorda
quando ha lasciato fuori la carne a scongelare e per rompere l’anima a chissà
quanti sprovveduti e violarne la privacy telefonando sempre e puntualmente
quando ognuno di quelli nell’elenco sta desinando, si incazza con l’amica, con
cui divide il bilocale, che si chiama Laura, e: ma sei stata tu a tirar fuori
la carne da scongelare? E il gas acceso, l’altro giorno? All’improvviso, fa:
dovevo comprare il pane lungo la strada per stasera, e noi: ma dai, c’è la
busta dei panini, ne abbiamo prese due, sai per ogni evenienza. A mia madre
piacciono i bucatini all’amatriciana, e noi: portala la prossima volta; e lei:
mia sorella, che studia all’Università della Calabria, sta sempre a mangiar
fuori e non la vediamo mai, va matta per le linguine alla carbonara, anche al
pesto, ama la pasta di qualsiasi tipo, anche i maccheroni di casa, e le orecchiette,
gli gnocchi, anche quelli sardi, che…si chiamano…come si dice? “gnocchetti”, e
ci sono anche quelli verdi, che son tirolesi…te li facciamo assaggiare…anche a
tua sorella, se riesci a vederla. Ma a un certo punto mi alzo in piedi e le dico:
Alessia, la conosci l’estensione di Iske alla legge di Parkinson? E lei mi
guarda allibita. Con la forchetta sospesa in aria, quanto è passato, un quarto
di minuto, o 25 secondi? “Lo stomaco si espande fino a contenere tutte le
vaccate disponibili”. E lei: ma è vero che la lunghezza di un minuto dipende
dal lato della porta del bagno da cui ti trovi? E mia moglie: tu o tua sorella?
Lei si mette a ridere a più non posso e: sarà stato per le banane acerbe, le
uso tutte prima che siano mature. Ma come cazzo faccio? Se le compro mature,
marciranno prima che le usi, almeno le ultime dieci delle venticinque al giorno
che mi faccio. E: e tu prendi tutte queste banane? Ma lo sai che la vita di una
rompicazzo di una società telefonica è inversamente proporzionale al suo costo
e direttamente all’uso che fa delle banane? Lei ride che io non ho mai visto
ridere un’immigrata che lavora nei call-center così di gusto come questa
Alessia, che, si vede che ha visto molta Tv, perché a questo punto smette di
ridere e seria: sapete che se hai visto Il
tenente Colombo una sola volta e lo
guardi un’altra volta, sarà una replica dello stesso episodio, e che alla terza
succede lo stesso, tanto che dici adesso chiamo ‘sto tenente del cazzo e li
faccio arrestare tutti quelli di Retequattro?
Insomma, siamo arrivati alla fine del pranzo e il telefono squilla: lei mi
guarda per vedere che faccio. Io mi alzo lentamente: rispondo? E lei: e se sono
io, che fai, non mi rispondi?
||| Il Poeta e la SIP. VS Gaudio