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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

La posa del caffè e la psicanalisi 50 ░ Heimlich & Hinterland


Gwen Thomas (Nia Roberts) and DCI Mathias (Richard Harrington)
Gwen Thomas is watched by DCI Mathias in an emotional scene from episode four.

La posa del caffè e la psicanalisi 50.
Heimlich, anamorfosi, massa perduta e fattori pulsionali in Y Gwyll/Hinterland

I
Non c’è che la memoria della storia
E non c’è mai la parola giusta per scriverla
La totalità dell’habitat
Niente che non sia l’habitat
E la parola

Non c’è sole
O se c’è è quello grigio del Galles
Non c’è marmo e nemmeno la sabbia del mare

Dolore
Intollerabile
Il dolore separa Mathias dall’Umwelt stessa in cui è
La separazione qui
La separazione dalla moglie, l’Heimlich della famiglia
Che indirizzo ha, come si chiama ancora?
Il luogo è piatto
Dentro un’isola e un continente
Dentro la rovina, l’assenza, la distruzione
La foresta, l’esilio, l’isolamento
L’omicidio
Il suicidio
L’incendio
L’effrazione
Gli abusi del tempo e della temporalità
Il luogo si chiama ancora come se fosse dentro
La fine del mare e dentro la fine dei deserti
O delle campagne
A nord tra un fiume e il mare
A sud una lunga strada nella Umwelt
Che non è davanti a nulla
Il cielo e casolari in rovina
Non c’è più niente che non sia
Questo freddo umido, tra il grigio e il verde bagnato
E la quinta luna non c’è passante e nemmeno un cervo
Che possa sognare negli occhi d’un cavallo
E capire così chi sarà mai stato assassinato
Adesso che pare ci sia una donna che lo aspetta
Almeno fino alla sesta luna prima che ci sia
Un altro morto al ponte del diavolo
O in una chiesa in un cimitero  o quella volta
Quando senza un pensiero di fronte
O indici e segni del caso, la luce di ieri
O il pianto di mezzanotte quella madre
Di una figlia uccisa si mise nell’angolo
Del cielo e della campagna una cavalla
Per  il (-phi) di Mathias e l’anima questo vuoto
Di vene senza radici e la donna che è
Il treno che riempie il cielo e ha la carne
E il tergo tra Giove e Saturno anatomia
Del cazzo e della castrazione, o del cielo
Del Galles tra macerie e cani ubriachi
E la brezza che ghiaccia il cuore di tutte le madri
E anche di tutte le figlie, se si chiava così
Dentro il dolore sarà stato più pesante
Che cosa, la carne del suo tergo o il (-phi)
Della sua anima, e adesso che Mathias
È pur sempre di nuovo nel vuoto senza sapere
di chi e né c’è un secolo nuovo o luce recente
Un’alba ma la locandiera adesso che gli
Hanno bruciato l’abitazione e la roulotte  
è dentro un cielo senz’uscita e non ha nostalgia di niente
È tra carne e vestito e forse lo aspetta
Senza mutande nell’angolo più torbido
Del mondo che pur sempre ha il bagliore
Didonico tra la longitudine del dolore
E la losanga dell’angoscia che ferma
La menzogna dei venti e delle distanze
Anche dalle densità urbane di Cardiff, Newport o Swansea
Amano tutti e due il deserto azzurro
Dell’azzurro senza storia azzurro di una notte
Azzurro grigio del vento e delle acque
L’azzurro tra luce e freddo e penombra
Quando bisogna passare i ponti e la notte
Senza una fessura e la luna dei ramai
Che queste donne del Galles leccano
Come se fosse un cucchiaio o un pianeta
Con le spiagge e gli oggetti abbandonati
Le farfalle sui vetri delle finestre e il sangue
Sui tetti e le terrazze lo sguardo lento
Con la coda dell’occhio a sinistra a destra
A nord senza mai una serpe, una zebra, un mulo
Il sole come farà a scivolare nei boschi
Il sole che distrugge numeri e non
Scende mai per il fiume a bagnare
Un sogno negli angoli i pezzi di limone
Sotto il vetro duro delle bottiglie
La carne del tergo di chi vive nelle contee
Che non superano la densità del numero
Che è la figura del cinque, il 23 di Powys
È come quella di Gwen Thomas nel Quarto episodio
o come quella di “Hello there Mr.Policeman
Manon, che però ha la densità più urbana
E beve birra quando comincia la terza stagione
Nella Baia di Cardigan

Well, hello there, Mr. Policeman.

Siân Owens

(Hannah Daniel)
Detective Sergeant Siân Owens is impulsive, determined and ruthless. 
She does whatever it takes to get the job done. 
Sensitivity may not be her strong point, but she shrugs off any criticism, 
and her motto is ‘no regrets’.


II
La vita intera è tutta sulle distanze
E nelle distanze la densità viene meno
Non ci sono corpi che si accalcano
E fra gli uomini c’è questo spazio in cui
Ciascuno è lontano dall’altro e ciascuno
Sembra che sia di meno, nessuno è peggio
Dell’altro, ciascuno non è nella massa
E nessuno è uguale all’altro, nessuno
Torna a casa, nessuno va a dormire
Nel proprio letto, nessuno conserva la
Proprietà e dimentica il proprio nome
Se ha qualcuno in casa lo caccia o scappa
Esso stesso ognuno fugge da una famiglia
Che quando c’era era come una massa
Che non è sopravvissuta o non ha avuto
Incremento o magari lo spazio in cui doveva
Esserci una massa chiusa il confine si è fatto
Infinito tra l’erba e la pietra, la durata
E il deflusso, la ripetizione che non c’è stata
In questa dispersione che è come essere
Nella quadratura dell’alta marea c’è la
Frantumazione dell’esserci e la distruzione
Della massa nulla rimane dopo il fuoco
Come prima e lo si vede da lontano
Come lo spazio in cui il male aspetta
L’uomo e non appena questo appare
Il male divampa mostruosamente
Smisurato e dapprima in silenzio
E poi sempre con maggiore violenza e
Crudeltà riecheggiano urla di dolore
E si diffonde l’inquietudine e lo spavento
Tutto dentro il cammino del tempo
Gwen Thomas
4° episodio 1^ stagione
III
La lentezza e la lontananza, di là se fosse
Una massa sarebbe un convoglio e si finirebbe
Nella storia delle peregrinazioni ma non c’è
Nemmeno una massa silenziosa o forse si
Sta formando di volta in volta un omicidio
Dietro l’altro e anche perché gli uomini
E le donne un po’ meno rimangono seduti
Immobili come se riuscissero a non sentire
Nulla, un gregge addestrato, restano
Seduti tranquilli e in infinita pazienza
E ogni tanto si ammazzano, intanto
Si radunano da soli, non c’è alcuna
Ostilità salvo quando si fugge o al momento
Bisogna nascondersi, è tipico della massa
Statica che attende, attende parole
Oppure assiste a un combattimento
Come l’habitat qui il singolo è concentrato
E prende tempo, la sua efficacia è amorfa
Anche se fa il taglialegna e non ha un ritmo
Conosciuto e praticato, così per molto tempo
Non accade nulla e poi che cosa si accumula
E finalmente scoppia in modo tanto più violento
Nessuno vuol sempre crescere o, al momento,
si è fermato; nessuno è all’interno di una massa
in cui domina l’uguaglianza; nessuno ama la
concentrazione che c’è nella densità e negli
assembramenti; nessuno ha bisogno di una
direzione, non sta muovendo verso qualcosa
e così non ha paura del disgregamento e quando
si interrompe in un determinato luogo l’anello
drammaticamente riappare e stringe il vuoto
non c’è nessuno e adesso se ne accorgono tutti
l’assassino, i parenti della vittima, gli investigatori
nessuno lo perde d’occhio, l’anello comprende
tutto e ricorda il disgregamento successivo
o più avanti in un altro posto qualche miglio
più avanti verso il mare o verso est chiuso
in modo duplice il vuoto è rinserrato e dentro
come se fosse un cerchio nessuno sta comodo
il panico è silenzioso e non è determinato
immediatamente qui non ha la variante
dello scoppio che ha il fuoco che così fa
la massa aperta perché apre l’occhio
e l’orecchio torna ad ascoltare, la distruzione
ha bisogno di confini e nessun uomo singolo
se non abolisce le distanze prova sollievo
il boscaiolo o il taglialegna ma anche il macellaio
lo scultore o il dentista, il veterinario nessuno
lo sa ma è dentro la sintomatologia del sadismo
e del feticismo come il cacciatore e il soldato
il fattore pulsionale è quello che Szondi chiama
s” e sublimato va verso la tecnica, la tecnologia
e la meccanica, se invece appare un fabbro o
un pompiere, un fuochista, ma anche un pirotecnico
e in mancanza un semplice panettiere, oppure
un prete o un religioso qualsiasi sulla scena
ci sono gli equivalenti dell’epilessia, la balbuzie, o l’asma,
certe manifestazioni allergiche che tra piromania
e cleptomania portano all’omicidio passionale,
siamo dentro la pulsione “e”, l’erotismo uretrale
che si accumula per collera, odio, rabbia, desiderio
di vendetta, invidia, gelosia: è la pulsione di sorpresa
di Caino: e-; e a fianco, ma è difficile in questa landa
in cui non c’è mai nessuno e non c’è massa, chi
potrebbe arrivare con le tendenze spettacolari, un attore, un politico,
un imbonitore, un venditore ambulante, una modella,
tutti con la pulsione “hy, tra esibizionismo
e voyeurismo e le paure notturne, di giorno
i fenomeni di conversione e poi tra pseudologie
fantastiche e truffe, che li collegano a quelli
con la pulsione “p”, megalomani e criminali
politici di qualsiasi livello, anche spedizionieri
e corrieri, portalettere, musicista o, impensabile,
se non un farmacista uno esperto di chimica
vive lì in quella landa ed è compresso dal desiderio
di rivalità, ha un rancore quasi mistico, è vissuto
tra lagnanza, suscettibilità e risentimento, forse
è qualcuno degli investigatori che tende a torturarsi
e ha una elevata sottostima di sé, è diffidente
e deve sempre accusare qualcuno; verrà in qualche
episodio un antiquario, un guardiano, un collezionista,
uno che ha fatto il banchiere o il pittore, o l’impiegato
ai monti di pietà, il netturbino, il bottinaio, tutto
dentro la sintomatologia della malinconia e della
depressione, tra feticismo e assenza di freno
e di sostegno, ha la pulsione “d” dell’erotismo anale
tra prostrazione e perseveranza, furto e infedeltà,
ha lo spirito di acquisizione dell’investigatore
a differenza dell’agente di commercio, dell’oste,
del cuoco, del barista che è nell’erotismo orale
della pulsione “m” e ha un certo virtuosismo
linguistico, solitario, isolato, abbandonato
tra mania e ipomania, truffa e finisce nelle
indagini in cui c’è l’abuso di fiducia e la bigamia,
l’abbandono e il legame irreale con il mondo esterno
il catatonico o il nevrotico ossessivo che
è il contadino, l’impiegato postale, autistico
ed elabora ideali, ingegnere, libraio anche,
tipografo a trovarlo con la sua ipocondria
nel furto da scasso tra fisica ed economia politica
predisposto all’inibizione e alla rimozione,
con quel bisogno di distruzione e rompere oggetti
in tutto quel silenzio e quel nulla
per l’orecchio della pulsione “k”, quella del
narcisismo primario, l’autismo anche di
chi fa l’investigatore e avrebbe potuto fare
a Cardiff, mettiamo, il critico d’arte
tanto che in città non vediamo mai
un parrucchiere, una bottega di biancheria,
una pasticceria, un ballerino o una spia,
un poeta lirico, un dermatologo, uno
specialista in patologia sessuale, dentro
questa pulsione”h” dell’ermafroditismo
e anche dei travestiti e degli omosessuali,
e degli addetti ai bagni e degli alberghieri
come se Manon, quando appare, non è
che l’oggetto “a” smarrito da Mathias
che è istintivo ed è tenero, sente le cose
e naturalmente risveglia il (-phi) di Mr. Policeman
Manon nella sintomatologia di questi
della pulsione dell’erotismo che tanto
ha dato all’umanesimo letterario e al
cinema, alla musica e al desiderio di truccarsi
a ovest dei monti Cambrici

Y Gwyll |Hinterland
Tom Mathias

Mared Rhys

(Mali Harries)
Detective Inspector Mared Rhys is a local girl from middle class stock. She knows the fabric of Aberystwyth society inside out, she’s bound to the place for better or worse; this is home. Mared is young to have risen so quickly through the ranks, but she’s earned it - a combination of hard work and natural talent. She’s intelligent, perceptive and independent, she loves what she does and she gets results. She is attractive, but doesn’t trade on it, and has no patience with those who do.


Ambientato ad Aberystwyth, cittadina dalle antiche origini, oggi sede di una cosmopolita università. Un crocevia tra passato e modernità, che si affaccia sul mare d’Irlanda e che ha alle spalle fattorie, montagne e campagna che riassumono secoli di storia e di tradizione