Gwen Thomas (Nia
Roberts) and DCI Mathias (Richard Harrington)
Gwen Thomas is watched by DCI Mathias in an emotional scene from episode
four.
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La posa del caffè
e la psicanalisi 50.
Heimlich, anamorfosi,
massa perduta e fattori pulsionali in Y Gwyll/Hinterland
I
Non c’è che la memoria della storia
E non c’è mai la parola giusta per scriverla
La totalità dell’habitat
Niente che non sia l’habitat
E la parola
Non c’è sole
O se c’è è quello grigio del Galles
Non c’è marmo e nemmeno la sabbia del mare
Dolore
Intollerabile
Il dolore separa Mathias dall’Umwelt stessa in
cui è
La separazione qui
La separazione dalla moglie, l’Heimlich della
famiglia
Che indirizzo ha, come si chiama ancora?
Il luogo è piatto
Dentro un’isola e un continente
Dentro la rovina, l’assenza, la distruzione
La foresta, l’esilio, l’isolamento
L’omicidio
Il suicidio
L’incendio
L’effrazione
Gli abusi del tempo e della temporalità
Il
luogo si chiama ancora come se fosse dentro
La fine del mare e dentro la fine dei deserti
O delle campagne
A nord tra un fiume e il mare
A sud una lunga strada nella Umwelt
Che non è davanti a nulla
Il cielo e casolari in rovina
Non c’è più niente che non sia
Questo freddo umido, tra il grigio e il verde
bagnato
E la quinta luna non c’è passante e nemmeno un
cervo
Che possa sognare negli occhi d’un cavallo
E capire così chi sarà mai stato assassinato
Adesso che pare ci sia una donna che lo
aspetta
Almeno fino alla sesta luna prima che ci sia
Un altro morto al ponte del diavolo
O in una chiesa in un cimitero o quella volta
Quando senza un pensiero di fronte
O indici e segni del caso, la luce di ieri
O il pianto di mezzanotte quella madre
Di una figlia uccisa si mise nell’angolo
Del cielo e della campagna una cavalla
Per il
(-phi) di Mathias e l’anima questo vuoto
Di vene senza radici e la donna che è
Il treno che riempie il cielo e ha la carne
E il tergo tra Giove e Saturno anatomia
Del cazzo e della castrazione, o del cielo
Del Galles tra macerie e cani ubriachi
E la brezza che ghiaccia il cuore di tutte le
madri
E anche di tutte le figlie, se si chiava così
Dentro il dolore sarà stato più pesante
Che cosa, la carne del suo tergo o il (-phi)
Della sua anima, e adesso che Mathias
È pur sempre di nuovo nel vuoto senza sapere
di chi e né c’è un secolo nuovo o luce recente
Un’alba ma la locandiera adesso che gli
Hanno bruciato l’abitazione e la roulotte
è dentro un cielo senz’uscita e non ha
nostalgia di niente
È tra carne e vestito e forse lo aspetta
Senza mutande nell’angolo più torbido
Del mondo che pur sempre ha il bagliore
Didonico tra la longitudine del dolore
E la losanga dell’angoscia che ferma
La menzogna dei venti e delle distanze
Anche dalle densità urbane di Cardiff, Newport
o Swansea
Amano tutti e due il deserto azzurro
Dell’azzurro senza storia azzurro di una notte
Azzurro grigio del vento e delle acque
L’azzurro tra luce e freddo e penombra
Quando bisogna passare i ponti e la notte
Senza una fessura e la luna dei ramai
Che queste donne del Galles leccano
Come se fosse un cucchiaio o un pianeta
Con le spiagge e gli oggetti abbandonati
Le farfalle sui vetri delle finestre e il
sangue
Sui tetti e le terrazze lo sguardo lento
Con la coda dell’occhio a sinistra a destra
A nord senza mai una serpe, una zebra, un mulo
Il sole come farà a scivolare nei boschi
Il sole che distrugge numeri e non
Scende mai per il fiume a bagnare
Un sogno negli angoli i pezzi di limone
Sotto il vetro duro delle bottiglie
La carne del tergo di chi vive nelle contee
Che non superano la densità del numero
Che è la figura del cinque, il 23 di Powys
È come quella di Gwen Thomas nel Quarto
episodio
o come quella di “Hello there Mr.Policeman”
Manon, che però ha la densità più urbana
E beve birra quando comincia la terza stagione
Nella Baia di Cardigan
Well,
hello there, Mr. Policeman.
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Siân Owens
(Hannah Daniel)
Detective Sergeant Siân Owens is impulsive, determined
and ruthless.
She does whatever it takes to get the job done.
Sensitivity may
not be her strong point, but she shrugs off any criticism,
and her motto is ‘no
regrets’.
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II
La vita intera è tutta sulle distanze
E nelle distanze la densità viene meno
Non ci sono corpi che si accalcano
E fra gli uomini c’è questo spazio in cui
Ciascuno è lontano dall’altro e ciascuno
Sembra che sia di meno, nessuno è peggio
Dell’altro, ciascuno non è nella massa
E nessuno è uguale all’altro, nessuno
Torna a casa, nessuno va a dormire
Nel proprio letto, nessuno conserva la
Proprietà e dimentica il proprio nome
Se ha qualcuno in casa lo caccia o scappa
Esso stesso ognuno fugge da una famiglia
Che quando c’era era come una massa
Che non è sopravvissuta o non ha avuto
Incremento o magari lo spazio in cui doveva
Esserci una massa chiusa il confine si è fatto
Infinito tra l’erba e la pietra, la durata
E il deflusso, la ripetizione che non c’è stata
In questa dispersione che è come essere
Nella quadratura dell’alta marea c’è la
Frantumazione dell’esserci e la distruzione
Della massa nulla rimane dopo il fuoco
Come prima e lo si vede da lontano
Come lo spazio in cui il male aspetta
L’uomo e non appena questo appare
Il male divampa mostruosamente
Smisurato e dapprima in silenzio
E poi sempre con maggiore violenza e
Crudeltà riecheggiano urla di dolore
E si diffonde l’inquietudine e lo spavento
Tutto dentro il cammino del tempo
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Gwen Thomas
4° episodio 1^ stagione |
III
La lentezza e la lontananza, di là se
fosse
Una massa sarebbe un convoglio e si
finirebbe
Nella storia delle peregrinazioni ma
non c’è
Nemmeno una massa silenziosa o forse
si
Sta formando di volta in volta un
omicidio
Dietro l’altro e anche perché gli
uomini
E le donne un po’ meno rimangono
seduti
Immobili come se riuscissero a non
sentire
Nulla, un gregge addestrato, restano
Seduti tranquilli e in infinita
pazienza
E ogni tanto si ammazzano, intanto
Si radunano da soli, non c’è alcuna
Ostilità salvo quando si fugge o al
momento
Bisogna nascondersi, è tipico della
massa
Statica che attende, attende parole
Oppure assiste a un combattimento
Come l’habitat qui il singolo è
concentrato
E prende tempo, la sua efficacia è
amorfa
Anche se fa il taglialegna e non ha
un ritmo
Conosciuto e praticato, così per
molto tempo
Non accade nulla e poi che cosa si
accumula
E finalmente scoppia in modo tanto
più violento
Nessuno vuol sempre crescere o, al
momento,
si è fermato; nessuno è all’interno
di una massa
in cui domina l’uguaglianza; nessuno
ama la
concentrazione che c’è nella densità
e negli
assembramenti; nessuno ha bisogno di
una
direzione, non sta muovendo verso
qualcosa
e così non ha paura del disgregamento
e quando
si interrompe in un determinato luogo
l’anello
drammaticamente riappare e stringe il
vuoto
non c’è nessuno e adesso se ne
accorgono tutti
l’assassino, i parenti della vittima,
gli investigatori
nessuno lo perde d’occhio, l’anello
comprende
tutto e ricorda il disgregamento
successivo
o più avanti in un altro posto
qualche miglio
più avanti verso il mare o verso est
chiuso
in modo duplice il vuoto è rinserrato
e dentro
come se fosse un cerchio nessuno sta
comodo
il panico è silenzioso e non è
determinato
immediatamente qui non ha la variante
dello scoppio che ha il fuoco che
così fa
la massa aperta perché apre l’occhio
e l’orecchio torna ad ascoltare, la
distruzione
ha bisogno di confini e nessun uomo
singolo
se non abolisce le distanze prova
sollievo
il boscaiolo o il taglialegna ma
anche il macellaio
lo scultore o il dentista, il
veterinario nessuno
lo sa ma è dentro la sintomatologia
del sadismo
e del feticismo come il cacciatore e
il soldato
il fattore pulsionale è quello che
Szondi chiama
“s” e sublimato va verso la tecnica,
la tecnologia
e la meccanica, se invece appare un
fabbro o
un pompiere, un fuochista, ma anche
un pirotecnico
e in mancanza un semplice panettiere,
oppure
un prete o un religioso qualsiasi
sulla scena
ci sono gli equivalenti
dell’epilessia, la balbuzie, o l’asma,
certe manifestazioni allergiche che
tra piromania
e cleptomania portano all’omicidio
passionale,
siamo dentro la pulsione “e”,
l’erotismo uretrale
che si accumula per collera, odio,
rabbia, desiderio
di vendetta, invidia, gelosia: è la
pulsione di sorpresa
di Caino: e-; e a fianco, ma è
difficile in questa landa
in cui non c’è mai nessuno e non c’è
massa, chi
potrebbe arrivare con le tendenze
spettacolari, un attore, un politico,
un imbonitore, un venditore
ambulante, una modella,
tutti con la pulsione “hy”, tra esibizionismo
e voyeurismo e le paure notturne, di
giorno
i fenomeni di conversione e poi tra
pseudologie
fantastiche e truffe, che li
collegano a quelli
con la pulsione “p”, megalomani e
criminali
politici di qualsiasi livello, anche
spedizionieri
e corrieri, portalettere, musicista
o, impensabile,
se non un farmacista uno esperto di
chimica
vive lì in quella landa ed è
compresso dal desiderio
di rivalità, ha un rancore quasi
mistico, è vissuto
tra lagnanza, suscettibilità e
risentimento, forse
è qualcuno degli investigatori che
tende a torturarsi
e ha una elevata sottostima di sé, è
diffidente
e deve sempre accusare qualcuno;
verrà in qualche
episodio un antiquario, un guardiano,
un collezionista,
uno che ha fatto il banchiere o il
pittore, o l’impiegato
ai monti di pietà, il netturbino, il
bottinaio, tutto
dentro la sintomatologia della
malinconia e della
depressione, tra feticismo e assenza
di freno
e di sostegno, ha la pulsione “d”
dell’erotismo anale
tra prostrazione e perseveranza,
furto e infedeltà,
ha lo spirito di acquisizione
dell’investigatore
a differenza dell’agente di
commercio, dell’oste,
del cuoco, del barista che è nell’erotismo
orale
della pulsione “m” e ha un certo
virtuosismo
linguistico, solitario, isolato,
abbandonato
tra mania e ipomania, truffa e
finisce nelle
indagini in cui c’è l’abuso di
fiducia e la bigamia,
l’abbandono e il legame irreale con
il mondo esterno
il catatonico o il nevrotico
ossessivo che
è il contadino, l’impiegato postale,
autistico
ed elabora ideali, ingegnere, libraio
anche,
tipografo a trovarlo con la sua
ipocondria
nel furto da scasso tra fisica ed
economia politica
predisposto all’inibizione e alla
rimozione,
con quel bisogno di distruzione e
rompere oggetti
in tutto quel silenzio e quel nulla
per l’orecchio della pulsione “k”,
quella del
narcisismo primario, l’autismo
anche di
chi fa l’investigatore e avrebbe
potuto fare
a Cardiff, mettiamo, il critico
d’arte
tanto che in città non vediamo mai
un parrucchiere, una bottega di
biancheria,
una pasticceria, un ballerino o una
spia,
un poeta lirico, un dermatologo, uno
specialista in patologia sessuale,
dentro
questa pulsione”h” dell’ermafroditismo
e anche dei travestiti e degli
omosessuali,
e degli addetti ai bagni e degli
alberghieri
come se Manon, quando appare, non è
che l’oggetto “a” smarrito da Mathias
che è istintivo ed è tenero, sente le
cose
e naturalmente risveglia il (-phi) di Mr. Policeman
Manon nella sintomatologia di questi
della pulsione dell’erotismo che
tanto
ha dato all’umanesimo letterario e al
cinema, alla musica e al desiderio di
truccarsi
a ovest dei monti Cambrici
Y Gwyll |Hinterland
Tom Mathias
Mared Rhys
(Mali Harries)
Detective Inspector Mared Rhys is a local girl from
middle class stock. She knows the fabric of Aberystwyth society inside out,
she’s bound to the place for better or worse; this is home. Mared is young to
have risen so quickly through the ranks, but she’s earned it - a combination of
hard work and natural talent. She’s intelligent, perceptive and independent,
she loves what she does and she gets results. She is attractive, but doesn’t
trade on it, and has no patience with those who do.
Ambientato ad
Aberystwyth, cittadina dalle antiche origini, oggi sede di una cosmopolita
università. Un crocevia tra passato e modernità, che si affaccia sul mare
d’Irlanda e che ha alle spalle fattorie, montagne e campagna che riassumono
secoli di storia e di tradizione