L'8 dicembre prossimo, movimenti e comitati ambientalisti, organizzazioni politiche e singoli cittadini scenderanno nelle piazze di tutta Italia per la IX Giornata Internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta.
Dal sud al nord Italia tutti uniti contro un modello di produzione e sviluppo che si ostina a mettere al centro del suo divenire la predazione coloniale dei territori e delle risorse naturalistiche, paesaggistiche, culturali e umane attraverso la riproposta costante di inutili grandi opere e di una politica energetica estrattivista basata sull'utilizzo massiccio di idrocarburi.
Quanti credevano che con il “governo del cambiamento”, formato da M5S e Lega, tutto questo potesse avere una fine, sono stati smentiti sistematicamente. Se una fine immediata era verosimilmente irrealizzabile, i più speravano almeno in una virata decisiva verso una riconversione energetica basata su fonti rinnovabili e un'analisi seria sull'opportunità di bloccare alcune inutili grandi opere e di ripensare il sistema dei trasporti in Italia.
Niente di tutto questo! Anzi, si può constatare una perfetta continuità con tutti i documenti programmatici stilati e avviati dai precedenti governi guidati da Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni: Strategia Energetica Nazionale invariata, Piano delle Grandi Opere intatto, procedure di autorizzazione previste dallo Sblocca Italia salvaguardate, proposta di riabilitazione del Piano delle Aree e del peso decisivo degli Enti territoriali ignorata, piano di decommisioning e smantellamento dei siti di produzione di energia nucleare e di individuazione di un Deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi dormiente! Infatti, il TAP e la TAV si costruiranno lo stesso alla faccia della vampirizzazione elettorale che hanno subito i cittadini del Salento e della Val di Susa; il MUOS sarà realizzato in Sicilia; l’articolo 41 del d.l. n. 109 del 28 settembre 2018 (il famoso decreto Genova) autorizzerà a spandere fanghi con maggiori percentuali di idrocarburi nei campi agricoli; l'emendamento Liuzzi al disegno di legge di Bilancio ha già confermato tutte le concessioni di ricerca e estrazione, a fronte di maggiori esborsi fiscali che, per le grandi multinazionali dell'inquinamento e della morte, rappresentano gli spiccioli per giocare a tombola.
Anche il nostro amato Alto Ionio Cosentino − compresi la Sibaritide e le aeree del Pollino centro-orientale − condivide il triste destino di altri territori italiani e, allo stato attuale, esso si trova sotto attacco da diversi fronti. Il nostro territorio sembra rappresentare la sintesi perfetta dell'irrefrenabile processo coloniale e predatorio neoliberista a danno di popolazioni prese in ostaggio nel luogo stesso in cui vivono. Siamo attaccati da tutti i versanti!
Da una parte, la recente conferma dell'orribile e costosissimo tracciato del III Megalotto della S.S. 106 (38 km per 1,5 miliardi di euro) che distruggerà contesti naturalistici e paesaggistici protetti e circa 500 ettari di produzioni agricole; dall'altra, lo stato di abbandono di strade di comunicazione interne e interpoderali e una rete di trasporto ferroviario al momento inefficiente e fortemente depotenziata.
Da un lato, la concessione di ricerca e estrazione idrocarburi in terra denominata “Tempa La Petrosa” che interesserà i comuni di Oriolo, Rocca Imperiale, Montegiordano, Canna e Nocara; dall'altro, la presenza di altre concessioni di ricerca e estrazione idrocarburi nel Mar Ionio.
Da una parte, la conversione da carbone a biomassa della centrale Enel di Rossano (un bel colpo se si pensa che questa centrale è posta fra la Sila Greca e il Pollino) riportata nell'invariata Strategia Energetica Nazionale 2017; dall'altra, la perdurante attività di un'altra centrale Enel a biomassa operante nella Valle del Mercure nel pieno Parco Nazionale del Pollino.
Da un lato, un deposito di ferriti di zinco in Piana di Sibari e l'annuncio frettoloso di una bonifica (forse perché si dimentichi la presenza accertata di altre svariate tonnellate di scorie cancerogene?); dall'altro, il sito di stoccaggio e bonifica di combustibile nucleare (l'Itrec di proprietà dell'Enea che custodisce 64 barre di uranio arrivate negli anni Settanta dalla centrale statunitense di Elk River) che ha già contaminato le falde acquifere con cromo, trielina e idrocarburi fra Rotondella, Policoro e Nova Siri in Basilicata!
Contro questo scenario apocalittico e a difesa di ambiente, clima e popolazioni, R.A.S.P.A. intende promuovere per l'8 dicembre p.v. una giornata di mobilitazione, aperta a tutti i cittadini, alle associazioni, ai comitati e alle organizzazioni politiche, prendendo come base comune di riflessione il documento Sì Amo la Terra! e aderendo all'appello diramato da questa piattaforma, per sostenere:
l'inutilità della nostra inutile grande opera (il III Megalotto della S.S. 106) e la richiesta di un tracciato alternativo, rispettoso di ambiente, paesaggio, lavoro agricolo e popolazioni;
il rifiuto di una politica energetica fondata sulle fonti fossili e la richiesta di azzeramento di tutte le nuove richieste di concessioni di ricerca e estrazione di idrocarburi in terra e mare su tutto il territorio nazionale;
la necessità di procedere con serietà e competenza al monitoraggio, smantellamento e bonifica di discariche abusive o autorizzate e mal gestite e delle centrali per la produzione e lo stoccaggio di sostanze inquinanti e nocive per la salute dei cittadini;
la volontà di autodeterminazione e di autogestione delle risorse, a fronte di vocazioni economiche, storiche e culturali, da parte di popolazioni che non possono più subire un'occupazione coloniale spacciata ormai anche dagli amministratori locali come “progresso dei popoli” e “sviluppo dei territori”.
Per aderire, si prega di scrivere al seguente indirizzo e-mail rete.raspa@gmail.com o sulla Pagina Facebook oppure contattare i seguenti recapiti
(349.7230254 Francesco Delia; 347.0007323 Alessandro Gaudio;
320.8156383 Isabella Violante; 340.0956527 Tullio De Paola) entro il 29 novembre p.v.
Dal momento in cui avremo le adesioni, valuteremo assieme le attività da svolgere per poter uscire entro l'1 dicembre con un comunicato stampa e un evento FB completo di informazioni.
Alcuni riferimenti:
Documento Sì Amo la Terra!
Appello diramato dalla piattaforma Sì Amo la Terra! -
https://drive.google.com/open?id=1MIFgOleRjLFzqcTmW3na0yXuRYFqCphwQFQlWz_gp58
Comunicato stampa No Triv sull'emendamento Liuzzi
Articolo sui rifiuti radioattivi e chimici a Rotondella,
Articolo sulla concessione "Tempa La Petrosa" -
https://www.terredifrontiera.info/permesso-di-ricerca-tempa-la-petrosa/