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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Il Nuvolone-Potocka ░░

Instantphoto by Blue Amorosi
Pantano di Villapiana
SP 253 km 46.3

Vs Nordovest
Nuvolone che preme l'orizzonte
tra la Manca di San Pietro e gola del Saraceno (a dx)
tra agro di Villapiana e agro di Trebisacce
16 dicembre 2019
ore 11.22

Mi viene da pensare alla Potocka, cosiddetta “contessa”, nata come Emmanuela Pignatelli: “bella e crudele contessa”, in Proust, che ebbe come amanti Maupassant, Jacques-Emile Blanche.La Sirena, la Padrona. Fine secolo, trasloca a Auteuil per stare coi suoi levrieri la cui muta porta a passeggio al Bois. Hahn: “Attenzione, voi siete troppo malvagia per andare ad abitare così lontano”.Manco fosse andata, negli anni Sessanta, come i miei suoceri, nel Pantano di Villapiana nel tratto prospiciente la ferrovia e, di là, il cosiddetto Bosco del Torinese…Tanto che il gruppo, che frequentava il suo salotto, la segue anche se si lamenta: “E’ molto bello, ma ha qualche cosa di curioso da visitare nei dintorni?”Io, negli anni Ottanta, i primi anni, attraversato il boschetto d’estate c’era una curiosa edicola, sul sentiero che nasceva dal casello ferroviario 112, dove andavo a prendere “La Stampa”, con i miei test; “Topolino”, con i miei giochi, “Il Monello”e “Astra”. Adesso, curiosamente, ci sono solo cani randagi e case abusive nel bosco, nemmeno un negozio di alimentari, manco fossimo in pieno centro a Torino. La Pignatelli morì di fame e di vecchiaia, abbandonata col suo ultimo levriero, trovata mangiata dai topi.
Tragico, appuntò Barthes nel repertorio “Proust e la fotografia”: (“profilo di topo e poi mangiata da essi”).
Questo nuvolone, così sopra, radente, la manca di San Pietro e il timpone stesso, mi fa pensare al suo profilo così come è messa nella fotografia anzidetta.