Il
desiderio omometrico
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La
co-presenza qui in El Tomi dentro la sexistencia esplode, c’è un legame istantaneo, e tuttavia separato,
tra Simone Dauffe che sta facendo o la farà come se fosse la sozzura
depositabile e divisibile fatta alla maniera de L’abbè C. di Bataille, siamo nell’ambito dell’anteriorità del
poetico, per dirla con Barthes, non vi sono congiunzioni, paratassi del
fantasma e dell’oggetto “a”, paratassi dell’analemma esponenziale: Simone, che
non è quella del sonar a Chambéry, ma quest’altra in un’altra latitudine, e la
figura, l’attante, di El Tomi nella sexistencia, e tutte due la stanno facendo
per il poeta-visionatore : è questo, può dire costui e lei, vedendosi così
fatta, riapparendo tutta per il poeta, e: È
questo che vuoi?
E
a guardarla così messa: è come in un haiku, non c’è istanza di verità, forse l’ipertrofia
del dettaglio vero, la forma breve di quello che sta facendo, come quando una
che fa la tuffatrice non salta sul simbolo, sul trampolino, piegata per
prendere il volo, ha una taglia esatta, “omometria”,
disse Barthes, come eguaglianza di misura
tra il dire e il detto, tra il desiderante e il visionatore. E’ questo! L’enigma sta da un’altra
parte.
Simone
gliela sta facendo, non salta nel simbolo e non è su un trampolino, anche le
stelle sono troppo lontane, ammesso che ci sia una finestra: è a pulsione sadoanale, l’aveva detto il
poeta; vai a vedere:→ mentre si sta facendo un test , fatto dal visionatore per
“La Stampa” del XX secolo e, allora,
Bataille lo suggerisce e El Tomi lo raffigura. Sarebbe questo il desiderio
omometrico? La cattura istantanea del visionatore ad opera della cosa stessa, che è come se fosse uno
schema verbale o un avverbio: assolutamente, è questo! Che cosa sta facendo
assolutamente? Quello che è, non c’è nient’altro da dire e da guardare. Ovvero:
non si può dire, ed è precisamente così, il contrario del reale e del realismo,
sotto la maschera dell’esattezza, scrisse Barthes, donazione folle di senso. E
quindi la naturalità della cosa e il buco che fa accedere alla Differenza.
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v.s. gaudio |