Il geroglifico del contro-freudismo
e l’anima integrale di
Fourier
In
questa storia che avrebbe potuto costituirsi come piacere singolare alla
Harry Mathews, in un determinato luogo del mondo, ad Adelaide, a Praga, a
Torino,se non a Palermo o sull’isola di S. Pietro, anche a nord dello stretto
di Bering o nello stretto di Malacca, che passò in un’altra Lebenswelt
dell’Aurélia Steiner del poeta[i],
una giovane donna festeggia il compleanno masturbandosi per la prima o la
millesima volta.
Ma non è quella donna di Hyderabad,
che era più attempata, e la cosa le ricordava le colazioni durante la guerra di
Cina, quando il marito era al fronte[ii].
La giovane donna, che è nel ⇢piacere singolare del poeta e lui solo sa
dove si trova, di sicuro potrà masturbarsi , la prima o la
millesima volta, facendo colazione con una speciale marmellata connessa a
quella che è la ⇢passione, secondo Fourier, connessa al suo segno
zodiacale, quello solare, per quanto è dato sapere al poeta.
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La posa del caffè
e la psicanalisi 60☕
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Il
poeta è ormai nel ⇢contro-freudismo: il sentimento non è la trasformazione
sublimante di una mancanza ma al contrario l’effusione panica di un
appagamento.
Anzi è nel ⇢piacere unico di Fourier: come l’utopista
francese è solo contro tutti, soprattutto contro tutti i Poeti, e anche i
Filosofi, contro tutte le Biblioteche e anche le case editrici, egli solo ha
ragione, la ragione del piacere, che è Unico e ha quindi una sorta di carattere
incendiario: parlarne brucia, prende, spaventa, non si può rivelare troppo
bruscamente il piacere, fosse anche un lieve svelamento di questa possibile
passione per la marmellata di fichi, e allora come Fourier, il poeta prova come
una sorta di obbligo profilattico di freddezza e, di più, non ha nemmeno i
numeri, pochi numeri, per il calcolo del piacere[iii],
ignora volutamente i numeri della giovane donna, che, all’improvviso, svela al
poeta di essere dentro l’oralità della sensualità fourierista; Fourier, lo
sapete, rivendica i diritti della libertà erotica e non la descrive
sensualmente; la ragazza, con quella 💋bocca mercuriana che si ritrova, ha ⇲invece un’oralità equilibrata, che sembra
diversa ma ha la stessa misura di Fourier: è un piacere comodo, il suo, si
ritaglia, non intacca nessuna metonimia, il piacere, anche la passione per la
marmellata di fichi, è quello che è, nient’altro; e come se fosse in ⇢Armonia, in cui la cerimonia emblematica
di questo ritaglio d’essenza sarebbe ⇲l’orgia di museo, lei lo svela in
una semplice esposizione del desiderabile:
in Armonia c’è una
sorta di “seduta in cui i notabili amatori espongono a nudo ciò che hanno di
più notevole. La tal donna che non abbia di bello altro che il seno non espone
che il seno e si riveste nella parte inferiore”[iv],
il carattere feticistico di queste inquadrature, scrisse Roland Barthes,
pare che abbia sempre una sorta di sipario, di velo, etico, almeno nelle
intenzioni; la giovane donna, che è nel piacere singolare del poeta, senza che
questi ne abbia mai composto la giusta inquadratura e nemmeno ordinato una
veloce sequenza fantasmatica, allora potrà essere ⊩seduta,
per via della bocca, o forse anche ⋋inginocchiata su una sedia, per quella
marmellata che non solo Manuel Vázquez Montalbán avrebbe equiparato se non alla
Confettura di Nostradamus, quella dello zenzero verde[v],
almeno ai fichi ripieni alla siriana, tanto che il poeta, nella fantasmata
guerra d’amore, tra gioco e teatro, per delicatezza, per non offendere, e nel
piacere che non ha misura, non è soggetto a quantificazioni, desidera troppo
, è nel 🆚⨍contro-freudismo,
l’abbiamo visto, abbina la marmellata di fichi alla carne del tergo della
giovane donna; scrisse Manuel Vázquez Montalbán per i Fichi ripieni alla
siriana: “Le donne che di solito ritengono volgari certe associazioni e insinuazioni
gradiranno poco che si ricordi loro il rapporto accidente-sostanza che può
avverarsi tra il fico e la loro vulva. Invece, le donne meno chiuse al
linguaggio e alla psicologia accettano spesso pudicamente la provocazione
immaginativa dei fichi”[vi]
; la👄 marmellata di fichi è come la
marmellata di Nostradamus, più unguento che confettura e se questa
ha bisogno di esseri umani biondi con carni vissute, sottoposte alla dittatura
della lingua,quella ha bisogno, appunto, della 🔙carne
del tergo delle giovani donne “verdi” mercuriane, a patto che siano dotate del ∑
geroglifico di ☿Mercurio, che è una sorta di paradigma
quasi poetico, che a volte si somatizza anche come ⇲significante somatico, che schematizza e rapporta la ⇢passione dell’equilibrata e la ⇢passione
della diplomatica.
Il ∑
geroglifico implica una
teoria completa del senso, che non sia una semplice sostituzione: i
geroglifici, dice Fourier
[vii],
si spiegano in tre modi :
1)
per ⇝⇜contrasto(es.:l’alveare/il vespaio, che a ben
guardare attiene strettamente al paradigma della Vergine, per l’alveare che è
marcato da produttività che manca al vespaio; la scrofa/il cigno: la troia è
marcata da produttività, l’utilità totale della carne che manca al cigno);
2) per
⅋collegamento: il passero e il melo, sono tutti e due
elementi della Vergine, come l’orzo e la segale, il frumento e il caprifoglio,
come il cane e la pecora): è il sintagma, la metonimia: questi elementi possono
andare insieme, sono contigui;
3) infine
per ⌴progressione (i cornigeri: giraffa, cervo, daino,
capriolo, renna, ecc.): questa sarebbe la serie, è ignota alle
classificazioni linguistiche.
Il ♍geroglifico della Vergine, come segno zodiacale,
starebbe tra la ♄castità e la ♄castrazione e nel caso della giovane donna nel
piacere singolare del poeta tra il ⇢genere diplomatico e quello dell’⇢equilibrio, che a seconda della figura geometrica, ⇢cerchio, ⇢ellisse,
⇢parabola, ⇢quadrato,
⇢rettangolo, o forse a seconda dell’↹aspetto che c’è tra un paradigma e
l’altro, potranno far proliferare il significante di quella passione, vizio o
virtù che possa essere, fino allo stato della ⇢stupefazione.
La ⇢passione(il carattere, il gusto, la mania) è
l’unità irriducibile della combinatoria fourierista:
è ⇢naturale, è ⇢netta, è ⇢felice, non è la forma esaltata del sentimento, e, perciò, la ⇢mania non è la forma mostruosa della passione;
la ☇mania è l
‘essere stesso della passione, l’unità in base alla quale si determina
l’Attrazione e anche la ⇢scena fantasmata dai due interagenti, ognuno per
sé, nel proprio ⇢piacere singolare: per questo la ⇢passione non
si deforma, né si trasforma, né è riducibile, nemmeno misurabile, né
sostituibile: è un № numero, non è una forza: una monade felice,
naturale, franca, non si può scomporla né amalgamarla, solo combinarla fino a
raggiungere ᚖl’anima
integrale,
corpo dei due interagenti che assomma a ⇢1620 caratteri, ⇢810 ognuno[viii]:
tanto che quella giovane donna che entra nel piacere singolare del poeta con la
marmellata dei fichi, anche se in latenza nel piacere c’era per altri
caratteri, lo fa quando Lilith, che, nei punti sensibili arabi
dell’astrologia, è la Luna Nera della t tentazione e della 𐍄 trasgressione,
e lo fa proprio quando sta transitando sul punto sensibile arabo dell’ᚖAnima del
poeta: la raggiunge, l’ᚖAnima del poeta, con la marmellata dei fichi, la
marmellata equilibrata, e con il geroglifico della diplomatica,
che connette e assembla più caratteri, che, come tempo siderale, quando è
affermata dalla giovane donna, fa №⇢41, come se formalizzasse la messa in scena del
quarantunesimo modo nel “Foutre du Clergé de France”[ix],
che è, manco a farlo apposta, il modo, è stupefacente, della sensualità
fourierista che è soprattutto orale, il geroglifico dell’amore e del
nutrimento, e del geroglifico della diplomatica: “Accidenti allo stupore:
equilibrata, per via della marmellata, ma…tu
aggiungi:
diplomatica, per via del diplomatico in quanto ‘dolce fatto di strati di pasta
sfoglia farciti di crema e liquore’, o in quanto ‘persona particolarmente
avveduta, abile nel trattare questioni importanti o delicate’(Zingarelli
2009)?”, chiede il poeta alla giovane donna della marmellata della Vergine, e
lei chiosa, inequivocabilmente: Credo per entrambi, ora che mi ci fai pensare!
;)
[i] Sulla base dell’Aurélia Steiner di
Marguerite Duras.
[ii] Cfr. Harry Mathews, Piaceri singolari, trad.
it. ES, Milano 1993: pag.27.
[iii] Cfr. Il calcolo del piacere,
in: Roland Barthes, Fourier, in: Idem, Sade, Fourier,
Loyola, trad.it.
Einaudi, Torino 1977.
[v] Cfr. Manuel Vázquez Montalbán, Ricette immorali, trad. it.
Feltrinelli, Milano 1992.
[vii] Cfr. Il geroglifico, in Roland Barthes,
Fourier, op. cit.:pag.84.
[viii] Cfr. Passioni, in: Roland Barthes, Fourier,
op. cit.:pag.89.
[ix] Cfr. Les quarante
manières de foutre, dédiées au Clergé de France(1790), Librairie Arthème
Fayard, Paris 1986. In realtà, il
tempo siderale quando fa 41 bisogna sottrargli 24(ore), perciò la 41
localmente, per essere come tempo siderale locale, è la 17, che è semplicemente
l’universale “pecorina”, in cui lei si mette in ginocchio e lascia gravare il
peso del corpo sulle mani, presentando in tal modo e c. e f. Anche il poeta si
mette in ginocchio, dietro di lei, con il busto eretto, posa una mano sulla
groppa della sua cavalcatura… La pecora, d’altra parte,è un archetipo-animale
della Vergine e non a caso Fourier lo collega come geroglifico al cane; e non a
caso è chi ha il segno solare della Vergine, o anche lunare o dell’Ascendente,
che è onorata con tutti gli onori nella maniera 17, di più si daranno gli onori
se nell’onor della Nina di Baffo, il famoso Culiseo: verrebbe
voglia di chiamarlo ad onor della Briccona Diplomatica, più che Martin, [ Sotto];
o, più che Tiberio, [Donalo].