| il "domestico"(sensu Roland Barthes) di Franz Mensch: i cani sono fiduciosi
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Mentre sto continuando la sedicesima puntata di
"contrattacco disarmato], la narrazione firmata da Carlo Pava, mi è
venuta di getto questa annotazione: una riflessione estemporanea sul
"grado zero della critica".
La tavola allegata fa parte dell'antifumetto
"svestire gli ignudi - l'orizzonte domestico di Franz Mensch",
2013, in un blog e, qua, in un album in esemplare unico.
Carlo Pava
✒il tentativo di salire un gradino
partendo
dal grado zero della critica
C’era
poca farina nel loro sacco o il sacco vuoto, nel fiore della gioventù
declinante o nella maturità incipiente o perfino da vecchi bacucchi di
provincia, silhouettes stentate. L’unica risorsa a portata di mano consisteva
nell’agire da pappagalli [riducendo a una parola il percorso degli autori
considerati migliori, a una locuzione smozzicata, a un suono inarticolato] o da
scimmie scimmiottanti, mescolando i pezzetti senza capo né coda con un cut up
non rivisto e corretto, notato tante volte, perfino sui muri urbani segnati da
anonimi o, se sozzonerie materiche, nella monnezza, senza obbligo [nessuno li
obbligava, le mosche di Friedrich Nietzsche]:
non intravedevano gli orizzonti, non un sorgere del sole in primavera, non
l’acqua sorgiva, non i miasmi duri dell’esistenza e dei ricordi [soprattutto in
tarda età], non la morte destinata, privi di temi e di idee fisse, di vita. In
uno spazio angusto. In una gabbia come roditori sopraggiunti per caso e rimasti
chiusi. E si
avvicinavano silenziosi indossando i soliti vestiti non personalizzati dei
grandi magazzini o del mercato dell’usato e gli sneakers: il loro ideale, un
idolo non primitivo, il serpente, muto o sibilante. Ma no, neppure rettili,
troppo: pulci [e infatti spulciavano], pidocchi saltellanti, piattole
sottocutanee o abbarbicate [quasi invisibili] nelle zone pilose, parassiti in
una proliferazione inarrestabile e nella completezza delle specie. Incapaci di
porsi sullo stesso piano degli scrittori e degli artisti d’elezione [ammirati
con spocchia impotente], da veri uomini [donne e uomini], nemmeno per il tempo
necessario al misero saccheggio, con la critica [della critica tentando un
gradino in su dal grado zero, un’impresa ardua al giorno d’oggi, ci si prova] o
con un’interazione creativa come in un dialogo alla pari e non sempre in
concordanza nella libertà delle vedute, ad armi pari, citando le fonti, i nomi,
i titoli, le pagine [facoltative]. Restando nella correttezza, nel talento,
nella genialità, nel rigetto della cialtroneria e della fuffa e dei fuffaroli.
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