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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Carlo Pava ✒ i libri nella monnezza

 

 

Instantphoto📷 v.s.gaudio 19.11.20

Nella ph. [secchiello carta e cartone] racc.differenziata;

giancarlo pavanello [svestire gli ignudi]le avventure di franz mensch

(dado tutto bianco); v.s. gaudio[aurélia steiner d’ajacciu(uh-book)


Carlo Pava

i libri nella monnezza

 

raccolta differenziata

carta e cartone

aurélia steiner d’ajacciu

Ipocritamente stricto sensu molti fingevano di scandalizzarsi nel vedere i libri gettati nel cassonetto della carta e pile di altri volumi e di riviste sul marciapiede o sugli spiazzi antistanti, sul marciapiede, prima di venire raccolti e portati nella monnezza da riciclare dagli “spazzini”, con rispetto parlando, nel frattempo nell’evoluzione del linguaggio definiti “operatori ecologici”. Ma con l’avvento dell’industria editoriale, gli editori stessi ne mandavano al macero per sbarazzarsi dell’invenduto, già intasati i magazzini, perfino gli stanzoni adibiti dalle biblioteche per conservarli non allineati sugli scaffali e alla rinfusa sul pavimento, nei depositi mai visitati in attesa di un terremoto o in generale delle calamità naturali.

 

raccolta differenziata

carta e cartone

le avventure di franz mensch

Tanto da rievocare, nella visione del mondo neo-perbenina, i roghi di libri non in sintonia con l’ideologia nazista, i Bücherverbrennungen organizzati in Germania nel 1933, ignorando i diktat della moderna Oligarchia Misteriosa del XXI sec. d. C. finalizzati a sopprimere quanto appariva inutile ai fini della supremazia indiscutibile del potere economico e finanziario, a cominciare dagli autori critici e dissidenti, solipsisti, snervanti: i paraculi, però, mangiando la foglia in anticipo sui tempi, risolvevano le cose in maniera diversa, in proprio, di fatto sottraendosi alla luce del sole, il sole tossico propedeutico degli incendi colposi ai quali si veniva destinati dopo l’iniziale contentino dei successi effimeri e il conseguente gesto di gettarne gli scarti [misti con la plastica del packaging] e le ceneri nelle pattumiere indifferenziate], rimanendo nell’ombra a livello artigianale, o come talpe, scrivendo o filando o conversando in segreto a seconda delle proprie predisposizioni, nella fiamma metaforica della propria vocazione.

Traducendo in soldoni: i chioschi di libri usati scomparivano, sostituiti da vestiti a prezzi stracciati o da varie paccottiglie, perfino i bouquinistes smantellavano le loro cassette agganciate sui parapetti [un tempo tanto frugate dagli appassionati in cerca di rarità e di curiosità intellettuali, in seguito con una prevalenza di stampe turistiche e di souvenirs], senza nemmeno la forza da parte dei proprietari dall’aria pigra di modificare la propria specializzazione in una più varia attività di colporteurs in giro durante le festività del villaggio globale. E nell’entourage, agli spettatori della TV di tua conoscenza, se ti azzardavi a proporre di regalargliene, di qualità, scritti per il miglioramento dei pimenti cerebrali o per raffinare l’animo [evitando i bruti]… ti guardavano storto, rifiutavano con disgusto come proposte oscene o, se di carattere socievole, respingevano il dono ridendo.