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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

La contingenza del nulla ✒

 

Instantphoto 4 gennaio 2021

ore 13.06

SP 253 km 46.2


Instantphoto 4 gennaio 2021

ore 13.06

SP 253 km 46.2


Instantphoto 4 gennaio 2021

ore 13.04

SP 253 km 46.2


Instantphoto 4 gennaio 2021

ore 13.04

SP 253 km 46.2


Instantphoto 4 gennaio 2021

ore 13.04

SP 253 km 46.2

Il particolare, come valore, inquadrato così viene respinto ai margini; paradossalmente la riduzione della [contingenza] potrebbe ridurre il kairos, il non-comparabile. Altra forma di corruzione è quella della generalizzazione di twitter e anche di face book: come i quotidiani di Bilderberg, il postulato è riduttivo, non ha sensualità, è svuotato dell’altro. Anche queste instantphoto hanno l’aria di essere infedeli, non rafforzano la certezza di realtà, semplicemente qui in un unico istante non accade niente in questo luogo, in questo momento, per quanto ci siano dei contorni, non c’è più nulla di “tetico”: ciò che è messo, posto, collocato, questa palude evapora nel suo stesso [particolare inquadrato]. Fino in fondo, non c’è nulla al mondo, c’è nel [soggetto visionatore] un vuoto di linguaggio, l’[Umwelt] stessa non ha più bisogno di commento, d’interpretazione, di senso; la mattina, quella mattina, che tempo che fa, rapido e immobile, non c’è più nemmeno il tempo di far soffrire con questa contraddizione folgorante tra [Umwelt] e [Dasein].