Il détournement della barca di [Gaitàn’Aìnë]⛵
La luce del détournement – scrisse Debord [1]- si propaga in
linea retta e, poi,: ✒ricordiamo che,
durante la sua vecchiaia, quel marciume fascistizzante di D’Annunzio possedeva
nel suo parco la prua di una torpediniera. Se si ignorano le motivazioni
patriottiche, quel monumento non può che apparire divertente. Come sarebbe
apparsa divertente la ⇢barca di mio
suocero che, avevo timidamente suggerito a mia moglie Marisa Aino, la potremmo
tenere qui sotto un fico, anche per via del baratto che una volta si faceva sul
pontile delle Trebisacce: il vignarulo,
⇢metti mio nonno
Parrotë, portava il
paniere di fichi e il pescatore, se non l’armatore stesso, ⇢metti
DuminikAìno, il nonno di mia moglie, gli dava un misto di fragaglia per la frittura; oppure, se non vogliono che
stia sotto il fico, la possiamo tenere nell’aranceto di ⇢Mia Nonna dello
Zen, anche sotto il nespolo, o anche, sarebbe surreale, nel mandorleto che mi
spetta da Lucrezia Petrone, sorella di mia nonna, quasi al limite, al confine,
con il territorio di Albidona, così ce la guarda Pippìn’i Gùnngùnn. Se si
ignorano le stesse ragioni patriottiche o militari, vista la tirata del
cosiddetto ⇢foglio
matricolare per dare ai reduci della guerra, ⇢30mila lire e,
forse, a lato, riuscire a sfuggire alla vendetta di chi, amnistiato dal
comunista Togliatti per i reati di guerra da impiccaggione, stava costruendo
con un sistema di cattività, rispetto al quale il cosiddetto “Truman Show”, come
quel monumento a Salò, non può che apparire spassoso!
Insomma: non se ne
fece niente: io tentavo di estendere il détournement
fino alla barca lasciata dal prode marinaio che fu mio suocero: mi pareva che l’esistenza
non sarebbe stata da lì in poi mai troppo sconcertante, anzi in qualche modo e
almeno in alcuni frangenti sarebbe stata davvero abbellita: anche la moglie di
quello che era il terrore delle bollette[⇢il messo comunale
che come lo vedevano apparire, ognuno, artigiano, bottegaio, rigattiere,
marinaio, zappatore, cercava di nascondersi per cercare di non essere sottoposto al détournement tributario fatto dai criminali fascisti, coordinati da
quel ⇢Principe Nero
della Cerchiara,il principale destinatario dell’amnistia comunista]ebbe a farci una
volta una massima, nel portone dello gliarone
che ci teneva in custodia a Trebisacce, tipo: “Siamo tutti sulla stessa barca!”, e io, per non offenderla: “Meravigliosi paesaggi si offrono alla vista
dei navigatori”, ma anche, con un sorriso da ebete: “E tutti saremo specialisti della biologia litoranea dei mari temperati”;
terrificante:”Sensazioni termiche e
desideri dei navigatori che nella stessa barca di ⇢Gaitàn’Aìnë, un’ora
prima dell’alba pisciano tutti in mezzo al mare dell’isola di Ogigia”. ✒v.s.gaudio
1 Cfr.
Guy Debord, Istruzioni per l’uso del détournement,
✒ 1956.