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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Rovesciare lo sguardo.📖 I Tarocchi di Emilio Villa

 Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio VIlla

Emilio Villa — Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa

15.00

brossura, contiene riproduzioni fotografiche

pag. 150 – formato 165 x 235 mm

ISBN 978-88-31225-08-3

Autore: Emilio Villa

a cura di Bianca Battilocchi

Prefazione di Aldo Tagliaferri

Collana Talee | diretta da Fabio Orecchini e Andrea Franzoni




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Descrizione

Emilio Villa —  

Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa

 

Questo volume offre una selezione di testi poetici inediti di Emilio Villa stilati negli anni Ottanta e ispirati allo stratificato sistema simbolico dei tarocchi. Il materiale d’archivio nel suo insieme si compone di un taccuino contenente le regole del “gioco” e di circa due centinaia di carte di natura eterogenea, poesie in stadio più o meno definitivo, bozze e annotazioni in un pastiche linguistico di francese e italiano, con minori innesti latini, greci e di lingue semitiche.
La lettura di quest’opera, qui presentata e commentata per la prima volta, fa luce sullo scrittoio sempre mobile di Villa, il suo modus operandi e l’abitudine di lasciare un finale aperto a nuove possibili espansioni. Il poeta muove infatti dai ‘convenzionali’ Tarocchi di Marsiglia, per svilupparli poi in nuove serie di arcani (Tarots Cités, Tarots Labyrinthes …), in una consapevole dialettica tra leggibile e illeggibile che rivitalizza le provocazioni delle neoavanguardie, plasmando nuovamente la semantica poetica. Sono una costante i valori ipnotici dei versi e la lingua mitico-oracolare che insieme guidano il giocatore-lettore a formule rituali, in un contesto di gusto squisitamente gnostico e quindi altalenante tra opposti, alto e basso, origine e fine, della poesia e del mondo. Leggere i Tarocchi equivale a uno scavo nel visuale, a labirinti che si moltiplicano per penetrare l’oscurità della mente-cosmo in attesa della luce e dei suoi abbagli.

Estratto

ogni incontro con un segnale
è mutamento nella direzione
dell’enigma

l’incontro è
legare x slegare

e insieme
slogarsi x logarsi

incontro è
violazione
dell’enigma

chaque carte
est un objet

sans pitié

Emilio Villa

(Affori, 21 settembre 1914-Rieti, 14 gennaio 2003).

Artista, poeta, saggista e biblista, Villa si interessa di poesia lineare, concreto-visuale, sonoro-fonica e di arte; è considerato un precursore della neoavanguardia e uno dei massimi poeti del ‘900. Entra in contatto con Rothko, Duchamp, Matta e collabora con artisti italiani come Burri, Novelli, Turcato e Schifano. Negli  anni cinquanta  sperimenta una scrittura matrice del plurilinguismo, dove si compenetrano il francese, l’inglese, il provenzale, il latino, il greco, le lingue semitiche e il dialetto milanese. Allergico alla lingua ‘Ytalyana’ (ritenuta di schiavitù), cerca di far interagire le  lingue morte con quelle vive in virtù di una profonda conoscenza etimologica.
Collabora a moltissime riviste di arte e letteratura, tra cui “Meridiano”, “Letteratura”, “Malebolge”, “Tam Tam”, “Documento Sud”. Pubblica moltissimi libri e libricini d’arte poetica in tirature limitate presso piccoli editori e gallerie, mentre la raccolta di scritti sull’arte Attributi dell’arte odierna 1947-1967 sarà pubblicata da Feltrinelli nel 1970 e Scritti per Alberto Burri per Le Lettere nel 1996. Del 2014 la pubblicazione postuma, a cura di Cecilia Bello Minciacchi, de L’opera poetica di Emilio Villa per L’Orma editore. Le più importanti e nutrite raccolte di materiali di Emilio Villa  sono consultabili presso gli archivi della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e del Museo della Carale Accattino di Ivrea. Una biografia dell’autore, a cura di Aldo Tagliaferri, dal titolo Il clandestino. Vita e opere di Emilio Villa è stata pubblicata da Mimesis nel 2016.