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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Un oscuro maldetto nella [Repubblica Pontificia dei Nobili]✒

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Un oscuro[ammašcato?] maldetto collaterale della scolarizzazione della società

 

Disse, anzi scrisse in un suo pdf, un oscuro studente di una oscura Università di confine, che il critico [V.S.Gaudio] - che deve essere un nom-de-plume, mica può esserci  un poeta in Italia -fatta di nobili poeti a pagamento che per non mettersi un nick-name  gratis  s’aggiungono al cognome ridicolo il cognome della nonna materna, che è anche il più banale e più diffuso della penisola nobilissima della Repubblica Pontificia- non solo con un acronimo all’americana[=V.S.] ma con un cognome che assolutizza  il Nirvana della Chiesa Romana[=Gaudio], disse allora questo studente: che il critico V.S. Gaudio- che dev’essere un nom-de-plume,  in una prefazione un po’ oscura, come se quelle poesiole del sommo poeta dal nome ridicolo e nobile, a volerle davvero illuminare, fossero il non plus-ultra della chiarezza e della semplicità. Pare, però, che quel critico possa essere, virtualmente, affiliato alla Accademia degli Oscuri, in virtù anche del fatto che Aurélia Steiner, non solo quella che abita ad Ajaccio,  “non è nella camera oscura”. Resta comunque [oscuro il motivo] per cui quel poeta, così chiarissimo rispetto all’oscurità del critico da lui stesso prescelto per farsi prefare dallo stesso poeta e critico interpellato come linea guida per la sua piccola casa editrice, andasse a stampare, da Torino, nella piccola cittadina valdese di Torre Pellice, coadiuvato e sostenuto da un altro presupposto poetino della Valtellina con lo stesso cognome, toponimo calabrese,del traduttore della Bibbia Valdese !

 


P.S. Si parla di [Torre Pellice] nel 📖 [51 grammi] di V.S.: richiedete la vs copia in donouhmagazine/2021/12/51-grammi-la-stimmung-falce-con-arno.html