Carlo
Pava
Hermano
Domingo e altri musici e cantori
Sergio
Militello, “Domenico Zipoli – il sogno musicale di un Paradiso in Terra”,
presentazione di Papa Francesco, Libreria Editrice Vaticana, 2018. Affascinante
la figura di Domenico Zipoli da Prato [1668-1726], di famiglia povera e
tuttavia, dato il suo talento subito riconosciuto da autorità e mecenati,
diventava uno stimato organista e compositore in una carriera ascendente,
inserito nel contesto del barocco europeo. Ma a questo punto una vocazione lo
spingeva a una scelta di vita in una ripartenza: ricominciava da novizio, da
studente, e a 28 anni si imbarcava per il Sudamerica [senza alcuna prospettiva
di un ritorno] per procedere fra i nativi, fra gli indios, notati per la loro
innata sensibilità per una musica tanto lontana dal loro mondo, e per diventare
un missionario nell’ordine della Compagnia di Gesù, quindi completando la
propria formazione con la teologia e la filosofia e le altre discipline
curricolari, infine anche un didatta. Una malattia, però, lo portava alla morte
poco prima di essere ordinato sacerdote.
Una
riscoperta definitiva della sua importanza soltanto o soprattutto nella seconda
metà del Novecento. Colpisce, anche restando nelle posizioni degli agnostici o
della predisposizione per le riflessioni autocritiche e critiche, il caso di
una chiamata, l’imperiosa voce interiore, e spirituale, che induce una persona
a osare un ribaltamento delle proprie premesse, la rinuncia a un’Arcadia di
maniera, a una carriera già avviata per cercare la propria autenticità, per la
quale,
modernissime, non mancano le formule risalenti a Socrate o, si direbbe,
all’anonimato dell’umanità nella notte dei tempi a livello mondiale: sii te
stesso, conosci te stesso, diventa come sei, il rifiuto dell’alienazione e
della malafede.
Nelle
varie contrade [soprattutto nell’antico Paraguay], negli insediamenti
denominati “Riduzioni” [dal verbo spagnolo “reducir”, nel significato di
“convincere” ad abbandonare il nomadismo per una vita stanziale], ossia i
villaggi delle comunità organizzate secondo i criteri delle migliori utopie
trans-epocali, evangelizzati con il massimo rispetto per le loro abitudini
ataviche e con allegria [ripudiando ogni forma di violenza o di coercizione
psicologica]. Lo si notava [dai musici missionari o dai missionari musici e
dagli osservatori viaggiatori]: gli autoctoni “esprimevano la loro gioia di
vivere in maniera forte e aperta, abituati per natura a confrontarsi con i
suoni della foresta, la forza del vento ed il cantare degli uccelli”.
Una
annotazione straordinaria nel saggio succitato, nella monografia letta da
credenti e miscredenti di buona volontà globalista.
A
proposito della musicalità dei cosiddetti primitivi, la cui vita restava o
resta in pieno contatto con la natura, in questa recensione trascolorata, quasi
nella modalità di PPP, in una “descrizione di descrizioni”, quindi in un misto
di riflessione saggistica e di narrativa, veniva in mente, a un livello più
leggero la straordinaria voce della peruviana Yma Sumac, diventata una star
internazionale negli anni cinquanta del Novecento. Infatti, come non ricordare
l’esotismo trasfigurato dei brani “el condor pasa”, “birds”, “jungla”, “gopher
mambo” e tutto il resto?
E,
in un’associazione di idee o di frecciate con frecce senza punta, come non mettere
in dubbio la cosiddetta poesia fonetica [poi esultante con la formula “poesia
sonora”] di derivazione futurista e tuttora su una breccia tradizionalmente
neo-avanguardistica come sul filo di un rasoio
o come il risvolto dell’asemic
writing a sua volta ripetitiva? Pensavo: “se si trascolora nella musica… musica
sia”. Ma i suoi adepti ne sarebbero stati capaci?
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Sergio
Militello, “il sogno musicale di un Paradiso in Terra – Domenico Zipoli”, Libreria
Editrice Vaticana, 2018 [collezione privata]
Carlo
Pava, graffiti domestici, “l’elevazione di Domenico Zipoli o la sua
Ricostruzione del Paradiso Terrestre”, seconda versione, 2023, cm 50x70
[collezione privata]
tre foto di un mio libriccino, “poesia figurata”, ixidem, 2002, 250 esemplari
numerati e autografati