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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

la pre-historia di Franz Mensch ⌛Carlo Pava

 


Carlo Pava

la pre-historia di Franz Mensch: i ricordi

Una tavola degli anni novanta [con la n minuscola secondo una snormalizzazione personale], di getto e 


quasi sovrappensiero, quando mi trovavo in una sorta di impasse [per evitare la maniera] dopo il quarto di secolo in cui mi ero cimentato quasi esclusivamente nella singlossia e nella idoglossia semantica o pseudo-asemantica, secondo le formule di Rossana Apicella, per

cui stavo riordinando le idee in attesa di riavvicinarmi ai disegni dell'adolescenza, a-tecnici e in linea di massima rientranti nell'art brut [all’inizio senza rendermene conto], ossia alle forme grafico-pittoriche del disagio psicologico. Non ancora un ego o, volendo, un alter-ego, eppure già delineato in una



delle varie maschere di una paradossale autenticità o, detto con banalità in rima, di una schizoidia conclamata e no problem. Inserita in un albo spiralato in esemplare unico [più di nicchia di così…], un ritorno all’epoca pre-gutemberghiana: “svestire gli ignudi – l’orizzonte domestico di Franz Mensch”, 2013.

Quindi, ricordando Rossana Apicella, con alcune foto del suo opuscolo del “teatro-itinerario”, 1977. Un’autrice da riscoprire nel suo ruolo critico e per l’importanza avuta nel contribuire a dare visibilità alla cosiddetta “poesia visiva” dei primordi, poi emarginata con il pretesto del suo carattere problematico.

pagina anni novanta dello spiralato [come pre-historia di Franz Mensch]:

Ma un ricordo tira l’altro. Quindi, in contrasto, ricordavo una sequenza fulminea, rimasta delineata solo in uno storyboard [nel periodo della de-PopArt, 2000-2030], una scena tra Madame de Saint-Ange e il suo ganzo, o fidanzato e socio in affari, il Marchese Franz Mensch von Heimveh, nelle parti di Leopolda Fat e Otto Commenda in una performance teatrale in salotto. [continua]