Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Obiezioni nel periodo 2000-2030: Martino Oberto, OM afilosofia.

                                                        Giancarlo Pavanello

obiezioni nel periodo 2000-2030

Un ricordo e una obiezione di parte: Martino Oberto [1925-2011], OM afilosofia, Campanotto, 2017. La filosofia in crisi, forse sì e molto in crisi, però questo non significa che sia scomparsa o che si deva esultare solo perché, dopo Friedrich Nietzsche e le riformulazioni di Ludwig Wittgenstein [del dire e del rimangiarsi le parole] siamo ridotti al frammentismo del pensiero in mancanza di una impossibile definizione dell'essere [diventato un girare a vuoto linguistico e privo di un fondamento], nel rigetto della metafisica e di [quasi] tutto il resto. La facoltà del riflettere permane perfino nel periodo 2000-2030, quantomeno per cercare di capire la realtà per sviscerarne il reale, a costo di inclinare verso altre discipline, dall’antropologia alla sociologia e all’analisi delle scienze e delle tecnologie in un contesto del terrore politico trovandoci scalzati dall’avverarsi delle più paventate distopie. Un ritorno alla confusione dei cosiddetti presocratici. La salvezza dell’integrità personale, come persone e non come individui, ossia numeri o automi, con il logos e nel campo della professione delle arti senza lo “spensare” e ridimensionando la poesia sonora e l’asemic writing integrale [sì se esprimono la difficoltà o la problematicità e no se sconfinano nella irrilevanza banale o nemmeno in tale manchevolezza, maniere acritiche senza il discernimento di una scelta].