Pingapa ▌PLUS▼

Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

Un monologo di Isotta durante una conversazione con un’amica di Madame de Saint-Ange

un monologo di Isotta durante una conversazione con un’amica di Madame de Saint-Ange

Una dipendenza affettiva la si alimenta a poco a poco: prima si ostenta un’attenzione costante con carinerie e allusioni a un legame da tessere insieme, poi vengono inseriti i pretesti per suscitare le piccole gelosie basate su indizi irrilevanti, dolcezza, bando agli abbagli, vige il diritto di frequentare la società [le amicizie pluridecennali, rapporti di lavoro, interessi in comune]. Infine, si rincara la dose sottraendosi, cominciando con un allontanamento impercettibile a piccoli passi felpati fino a varcare la porta fuori dalla scenografia. La controparte comincia a pensare alla storia di Célimène e Alceste [la coquette, la civetta del linguaggio preconcetto e maschilista, la “femme précieuse” proto-femminista, e il misantropo del dramma comico di Molière]. Ma al giorno d’oggi le parti in causa vanno ribaltate: un flirt tra un fatuo aspirante seduttore e un mascalzone di bassa tacca, un Casanova da quattro soldi, un ipocrita quanto basta, e una donna non più sprovveduta come spesso in passato. In entrambi i casi con il soggetto indefinito “si” [impersonale, quindi inesistenziale] si resta ossessionati, assediati dai ricordi dei momenti della felicità compromessa, foriera di reazioni perfino inconsulte e al limite del sadomasochismo e peggio, a seconda dei singoli caratteri. Conoscendone il meccanismo, inclini a valutare tutto con cinismo [ossia con spirito critico], ci si dà all’apologia della anaffettività, della legittima difesa: i sentimenti stecchiti nella notte, il chiaro di luna tra i rovi”.



Giancarlo Pavanello, graffiti domestici [“Afrodite e Adone” oppure, osservando le figure nella parte alta, “Giunone e Giove mentre decidono una separazione consensuale con le buone maniere”, cm 50x70, 2013-2022 [nella modalità spazio-tempo].