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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un lin...

L'amica di Isotta.

 


Spero che sia considerato positivo il riciclo del monologo di Franz Mensch anche nella mia pagina facebook, da cui mi allontano sempre più, con questa introduzione:

Ancora alcune pagine e poi il controfumetto lasciato incompleto nel 2018 [con alcune tavole definitive e il resto abbozzato negli storyboards] potrebbe completarsi nell'incompiuto e in frammenti, poiché mancherebbe solo la sequenza intitolata "l'amica di Isotta", ambientata nella casa della ragazza il giorno del suo compleanno, dove l'eterna fidanzata di Franz Mensch entra con i sequestratori, i Cacciatori di Teste assoldati da Madame de Saint-Ange. Annuncio ora, quindi, una prossima scena horror [spero entro Natale], sulla scia del riciclo di questo monologo, oggi, da parte di V.S. Gaudio nella rivista piṅgapā.

Isotta sparita 
nel parco dei cacciatori di teste 
col top rosso
riappare a Torino 
nel denim nero al poeta
(che sta fumando una Gauloises,
manco fosse Morselli)
(...)
Isotta, quando esce di casa è sera [il tema del “buio” percorre tutta la serie di “svestire gli ignudi”].
Isotta, fa un po’ Cappuccetto Rosso, si mette un formidabile, provocante top rosso, dice che va a trovare un’amica.
E deve attraversare a piedi il parco dei “cacciatori di teste”: non prende un taxi[i],
come vorrebbe la logica e la prescrizione di quello che Eric Berne designa come stato del Genitore, se non dell’Adulto[ii];
e nemmeno un mezzo pubblico, a Milano la metropolitana ti porta più o meno dappertutto.
Valéry era uno scrittore del mattino: caffè, lume, alle cinque del mattino, ogni mattina.

Flaubert, in parte, era uno scrittore della notte, ma scriveva giorno e notte, come V.S. Gaudio.(...)
[i] Giancarlo Pavanello, Il rapimento di Isotta, in: Idem, le avventure di Franz Mensch, dado tutto bianco, Milano 2017.
[ii] E.Berne, Games People Play[1964],Grove Press, Inc., New York 1981