l'amica di Isotta Ma gli orrori della prima sequenza, l’esibizione della collezione delle parti anatomiche commissionate da Madame de Saint Ange, diventano passatisti, i disegni si rivelano ottimisti e dettati dalla pulsione delle competenze acquisite anche se venissero trattati con le strumentazioni digitali in bellissimi colori piatti, si dice sempre “bellissimi”, mai belli o così così, finito lo spirito critico con i distinguo[s] del vocabolario strampalato. L’autore avrebbe potuto fare di meglio, se fosse persistita la fede della tendenza fumettara. Resta “l’amica di Isotta” conservata in tre reperti, una figura da cani in origine destinata alla pattumiera della carta. Si salva solo lo svenimento abbozzato, da sottoporre a un miglioramento del segno, della fidanzata di Franz Mensch, ma nemmeno il tempo di identificarla con il top rosso in una vignetta in basso.
Dunque, citofona, accompagnata dai Cacciatori di Teste, quegli energumeni ignudi e con un grande machete in mano, allora si reperisce la documentazione fotografica. La giovane donna accoglie sul pianerottolo il gruppo di amici con l’allegria delle persone educate alle buone maniere e non ai soprusi, al rispetto della Costituzione e non alla svendita della sovranità nazionale con i tradimenti istituzionali, non accorgendosi della minaccia incombente nemmeno nell’immaginarli con malizia, tra sé e sé, come i gladiatori svestiti e ammirati dalle matrone romane negli spogliatoi e durante le loro esercitazioni in palestra, nelle fabulae succede, all’inizio del racconto si insinuava un invito al Colosseo per godere dello sbranamento di una nuova categoria di persone da macellare. “Un visino d’angelo”. “Stesa sul pavimento sei ancora più carina … per rapirti meglio”.
Ora la danza macabra delle signorine del bordello della filantropa Madame de Saint-Ange e dei loro clienti si aggiorna lasciando al passato gli scheletri in girotondo, quelle, vestite da soldatesse, e quelli, esprimono la gioia con una gestualità da invasati post-sniffata accanto ai cadaveri di bambini e di civili d’ambo i sessi, a decine di migliaia ammazzati in proprio, le mercenarie e i mercenari strapagati per permettere agli habitués delle geremiadi di costruire una serie di moderne villette sul lungomare per le vacanze degli Occidentali nel territorio dei nativi, là stanziali da tempo immemorabile [a pochi metri anche il gas e il petrolio – a parte un nuovo canale progettato per il fast commerce]. Mentre gli altri con i bulldozer[s] inseguono i recalcitranti superstiti, investendoli, poi una leggera retromarcia e avanti per tirarli su e portarli in un concimatoio, il concime per le piante dei loro giardinetti.
L’unione degli opposti: the end – incipit. Inadeguata la fiction. Non cantano più, poi recitano invano, ignari del sole tossico, una cantonata darla a bere in compagnia lodando. E se il tramonto è molto infuocato, stanno sgozzando un agnello nel giardino dei vicini di casa?
- un cacciatore di teste in una tavola di graffiti domestici, cm 50x70