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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Carlo Pava ➽ luglio 2019



Diario [2019] luglio

Forrest Gump, diretto da Robert Zemeckis,1994, con Tom Hanks: un ottimo film visto in TV una decina di anni fa. Si riconoscono nel protagonista, alla fine una persona di successo, coloro che da bambini o da adolescenti o da giovani passavano per handicappati nel fisico e ritardati mentali, idioti per eccesso di timidezza, e come tali, presi in giro dai normali mediocri ritenuti intelligenti ed evoluti. Come negli ambienti letterari e delle arti visive, da estranei alla cupola della poesia gradita alla politica globalista. La retrograda spocchia degli editor[s] e dei critici militanti alla stregua delle pulsioni arcigne e grottesche di Crudelia De Mon, ridicole e fuori luogo le loro arie fra i collaborazionisti della piattezza.




Durante questi tre mesi trascorsi a San Benedetto del Tronto [Ascoli Piceno], con puntate e passeggiate quotidiane nella riserva naturale detta “la sentina” dopo la scrittura mattutina in rima, la messa a punto della narrazione intitolata “disegni demenziali”, da alcuni vecchi quaderni, segna la fine di una malia durata quasi sette decenni, fino alla vecchiaia, me ne rendo conto in un flash. Inizia il periodo conclusivo. Le nuove tecnologie dei centri grafici, le ex tipografie, permettono di diventare editori di sé stessi, il cerchio si chiude, l’uroboro del puer senex, si ricomincia dall’artigianato successivo a Johannes Gutenberg. Le vendite dal colportage agli store[s] on line e le diffusioni dalla corrispondenza tattile agli scambi brevi manu. Come durante gli scavi di un sito archeologico, il ritrovamento dell’autostima al punto di permettermi le annotazioni frivole fra un clic e l’altro della compatta: una sera in un ristorante, a tavola in un giardino in riva al mare, basta con la maglietta a righe orizzontali, fa troppo balneare e amicizie da spiaggia, ora vengo fotografato con la mia camicia preferita.

  • Giancarlo Pavanello, “l’aura per Laura”, un libro in esemplare unico, 1976, Archivio del Novecento, MART - museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto – una tavoletta in plexiglas nero con uno pseudo-koan [s. d.]

  • Carlo Pava, “disegni demenziali”, dado tutto bianco – ed. Simple, 2019

  • la locandina del film “Forrest Gump”