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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

il Nuovo Pasquino

 


Carlo Pava

dal “diario” 

nulla dies sine linea

2024

il Nuovo Pasquino

Mi giungono i riecheggiamenti, quindi metto tra parentesi o annullo la comunicazione [senza sapere se mi destino a cimentarmi con le fonti dirette delle veicolazioni ufficiali, incanalato nelle letture programmate in proprio]: consigliarci di raccontarcela, secondo il famoso filosofo o sociologo sudcoreano, l’invitarci nel mondo delle arti e delle lettere e della poesia [in duplicazioni epigoniche per una visibilità mass-mediatica] e l’insinuare l’enshittification della rete sociale [in cui, certo, abbondano le scorie tossiche], tutto sembra rientrare in una progressiva eliminazione dei dissensi eterogenei e democratici [presenti in ogni epoca, basterebbe citare il cinismo di Diogene di Sinope secondo i dossografi]. Già la censura politica si sbandiera sempre più insinuante, addolcita dal tradimento dei chierici del XXI secolo. Quindi, il vituperato network con il PC e con lo smartphone va scagionato e difeso dalle calunnie se resta l’unica scappatoia e il neo-samizdat della contro-informazione [poiché la TV e i quotidiani ci nascondono moltissimo di quanto avviene nel mondo, mentendo sapendo di mentire, là con indottrinamenti univoci e manipolazioni perfino subliminali, mentre con il Nuovo Pasquino tecnologico ci troviamo in grado di vagliare una pluralità di messaggi in modo da tentare di sviluppare lo spirito critico dell’ἰδιώτης, il cittadino comune senza potere contrapposto al privilegio più o meno spettacolare del favorito πολίτης e peggio].

  • Giancarlo Pavanello, un libro-assemblaggio o una mini-installazione o un insieme di sculture piatte, es. 1/1, dimensioni variabili, esposto per la prima volta nella mostra personale “afonologie e graffiti domestici”, Studio Gennai, Pisa, 16 marzo 2024