Freudelust ♦ V.S. Gaudio, anziché farle una Stimmung, pubblica due sogni con Maria
Elena Boschi
Metti che mi metta a sognare e
poi pubblichi il mio racconto del sogno di qua a 19 anni, a guisa di glossa o
giustificazione del poema incompiuto, o, meglio: della Stimmung non finita(1).
Nel primo sogno, il mistero del
mondo, la sua luna così vasta, che nemmeno un imperatore mogol, nel secolo
XIII, come ebbe a scrivere Borges, se la sogna una luna così o quanto meno la
edifica conformemente alla visione di un palazzo; c’è un mistero, per come è
messa, lei e la sua luna, e allora non so cosa aggiungere alla realtà, così
piegata ho brividi intensi, tra quel piano e là dietro, che vado a pensare!..., il
suo bagliore didonico.
Nel secondo sogno, metti che
sia tutto in una scena di cinque secoli dopo, un poema suggerito dall’eclittica
di quel piano, l’iconicità della
figura rivela una esecutrice sovrumana. Si potrebbe fare addirittura una
divagazione ziffiana su codesto essere immortale, forse, non meno arrischiata
che inutile, ma è lecito sospettare che il poeta-visionatore
non possa portarla a termine. Magari arriva un altro Gerbillon, della Compagnia
di Gesù, quello che, nel 1691, accertò che del palazzo di Kublai Khan non
restavano che rovine, e riferisce che, dopo aver letto la lettera di
Maupassant, ho falciato l’erba. Della Stimmung
prospettata può darsi che siano stati
salvati tanti versi quanti sono i gradi del suo Marte, o Plutone, per via della
posizione sul tavolo.
Se sono nel primo sogno, nella
notte come la vedo? Con José Bolado, non cuce il mattino alla notte, sta così
ancora ed è il mio punto geodetico, o la visione del mio palazzo; oso dirle:
tra andare e venire il treno di notte soave, anche nella separazione di secoli,
un marmo, una musica, entro magari in un altro sogno e lei allora sta di
traverso alla mia anima, una sorta di archetipo del mio oggetto “a”, un oggetto eterno, el amor como un número tan pronto es agua
como es el secreto de lo verde en el oído como un viento arriba orea el limpio
azul un aroma a anteayer, lei sta entrando gradatamente nel mondo, in
questa mia
Stimmung con Vicente
Aleixandre, è più di un palazzo.
Al mattino, sei
come la luna, le dico: sei più della terra e più del mio gaudio che, tra il tuo
Sole e Plutone lungo l’asse degli equinozi, è quello l’arco che da un lato apre
la strada bagnata e dall’altro avresti piovosi manifesti, più iconica e complessa della Amy Smart nel “Calendario Pirelli” del 1999.