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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

Freudelust ♦ Due sogni di V. S. Gaudio


Freudelust V.S. Gaudio, anziché farle una Stimmung, pubblica due sogni con Maria Elena Boschi

Metti che mi metta a sognare e poi pubblichi il mio racconto del sogno di qua a 19 anni, a guisa di glossa o giustificazione del poema incompiuto, o, meglio: della Stimmung non finita(1).
Nel primo sogno, il mistero del mondo, la sua luna così vasta, che nemmeno un imperatore mogol, nel secolo XIII, come ebbe a scrivere Borges, se la sogna una luna così o quanto meno la edifica conformemente alla visione di un palazzo; c’è un mistero, per come è messa, lei e la sua luna, e allora non so cosa aggiungere alla realtà, così piegata ho brividi intensi, tra quel piano e là dietro, che vado a pensare!..., il suo bagliore didonico.
Nel secondo sogno, metti che sia tutto in una scena di cinque secoli dopo, un poema suggerito dall’eclittica di quel piano, l’iconicità della figura rivela una esecutrice sovrumana. Si potrebbe fare addirittura una divagazione ziffiana su codesto essere immortale, forse, non meno arrischiata che inutile, ma è lecito sospettare che il poeta-visionatore non possa portarla a termine. Magari arriva un altro Gerbillon, della Compagnia di Gesù, quello che, nel 1691, accertò che del palazzo di Kublai Khan non restavano che rovine, e riferisce che, dopo aver letto la lettera di Maupassant, ho falciato l’erba. Della Stimmung  prospettata può darsi che siano stati salvati tanti versi quanti sono i gradi del suo Marte, o Plutone, per via della posizione sul tavolo.
Se sono nel primo sogno, nella notte come la vedo? Con José Bolado, non cuce il mattino alla notte, sta così ancora ed è il mio punto geodetico, o la visione del mio palazzo; oso dirle: tra andare e venire il treno di notte soave, anche nella separazione di secoli, un marmo, una musica, entro magari in un altro sogno e lei allora sta di traverso alla mia anima, una sorta di archetipo del mio oggetto “a”, un oggetto eterno, el amor como un número tan pronto es agua como es el secreto de lo verde en el oído como un viento arriba orea el limpio azul un aroma a anteayer, lei sta entrando gradatamente nel mondo, in questa mia Stimmung con Vicente Aleixandre, è più di un palazzo.
Al mattino, sei come la luna, le dico: sei più della terra e più del mio gaudio che, tra il tuo Sole e Plutone lungo l’asse degli equinozi, è quello l’arco che da un lato apre la strada bagnata e dall’altro avresti piovosi manifesti, più iconica e complessa della Amy Smart nel “Calendario Pirelli” del 1999.