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Giancarlo Pavanello CAFFETTERIA DOMESTICA dado tutto bianco, Milano 2016. |
La caffetteria e il (-phi) di Franz Mensch ▒ La posa
del caffè e la psicanalisi 56
La caffetteria è un po’, come disse Barthes a Alain Robbe-Grillet in
occasione del colloquio di Cerisy nel giugno 1977, una “Bruma-sulla-Memoria”,
un’allegoria: “Arrivando qui mi sono detto che si era attraversato un fiume
della Normandia che si chiamava la riviera Memoria e che invece di chiamarsi
Cerisy-la-Salle, questo luogo si chiamava Brume-sur-Mémoire. Infatti, la mia
amnesia ha un carattere che non è brutalmente negativo; è una impotenza della
memoria, una bruma”[i].
Franz Mensch…perché disegna[ii]? Per il calligramma del
caffè: “un caffè” guida Mensch per ritrovare una tenuità del ricordo, ma senza
ingrandirlo né farlo vibrare, però, quando fa l’”imprimitura”, che fa? Versa il
caffè: “dai…biondina…’ndemo da Florian” e lei: “no, Giacomo, mi no che no me
fido…!”
L’anti-fumetto di Pavanello è un contro-romanzo:
il punto di partenza non è il Romanzo e nemmeno uno o due romanzi come disse
Roland Barthes: in questo caso, il fantasma
coglierebbe il Romanzo che non è come gli altri; invece, questo, è esattamente
questo, è così: niente, un caffè, una bruma di caffè? O è piuttosto quella che
io chiamo la “posa del caffè”? Che non è mai nella sentimentalità, e nemmeno
nel sentimento di necessità, per via dell’ingenuità del fantasma?
“Vorrei un caffè” è una
grande soluzione, una ipersoluzione, per via del Sommo Bene[iii], che è melenso, e perciò
dire o dipingere chi si ama, ma va là: è meglio fare un caffè, e la posa, o la
macchia del caffè, scrivendolo, rendendolo la posa del calligramma, va da sé,
sarebbe una pratica per lottare contro …l’aridità del cuore? Contro la
struttura del Romanzo? Contro la Mistica indiana? Contro il Romanzo che ama il
mondo e lo maneggia e lo abbraccia? Sarebbe perciò una effusione non sentimentale
o, meglio, una limonata?
Mensch si siede sulla
poltrona e fa la posa del caffè: il
Florian, 1720, la prima caffetteria italiana, più antica assieme al “café
Procope” di Parigi.
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La bruma della fantasmizzazione,
la macchia di Lacan |
Che personcina[iv] che è Franz, presto
finirà a farsi il suo fantasma fin
dentro un film, che so, di Tinto Brass? E magari fa la caffetteria domestica, o la posa
del caffè, con quella cosiddétta politica con cui, l’anno scorso, o più in
là, Brass avrebbe voluto fare un film, tanto che V.S. Gaudio, che non poteva
farle fare un film, allora disse: “E allora io? Che voglio farci una Stimmung?”
Franz è come Tinto? O
come Vuesse? Ha, d’accordo quel sentimento di non sentirsi bene da nessuna
parte, l’imprimitura sarà dunque la sua sola Patria? E ci andrebbe a fare una
capatina al Procope con quella
politica con cui Tinto avrebbe voluto farci un film? Cazzo[v], mi sa che il caffè non è
più quello di una volta, si sta facendo un po’ da amore-innamorato, tu pensa:
Mensch che fa l’imprimitura col caffè perché vuole fare la bruma a…quella
politica?
Pensateci un po’: stiamo
svelando che Franz Mensch, Tinto Brass e V.S. Gaudio hanno la stessa bruma del
caffè, fanno la caffetteria domestica, come l’avrebbe fatta Giacomo Casanova al
Florian, così la libido non colora la cosiddétta, da Freud, “pulsione di morte”,
ma la pulsione …d’amore(sic) fa il (-phi),
che è un calligramma, non ci sono
dubbi,per fare la bruma, la posa, del caffè al fantasma del soggetto, che è,
appunto, nella lingua di Freud, Mensch,
e Barthes non scrisse che la pulsione d’amore colora il romanzo?
Mensch dipinge il contro-romanzo del caffè, perbacco: vuoi
vedere che con l’imprimitura ricuce
le ferite del Desiderio, insomma la persona, il tipo, che è, appunto, “Mensch”,
attuerebbe una specie di grande
Soluzione il cui oggetto non è il mondo intero, questo lasciamolo al Romanzo,
che, se vai a vedere, quando mai fa o ha fatto, e nemmeno farà, la bruma del caffè?
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La "f" in più è speculare alla triplicazione
del (-phi)? O sarebbero i tre(-phi):
Mensch, Brass e V.S.Gaudio...
tutti per la posa del caffè" per
quella della "transpolitica"? |
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La prima volta che V.S. si occupò di quella politica fu quando con i pantaloni rossi era stata immortalata in un fotogramma in cui beveva un caffè: “Una bevanda sublime!” |
Il caffè è un dono del
cielo, altro che gli oggetti d’amore di Proust, Tolstoi e la mistica del (-phi)
ammosciato di quella cosiddétta “parola innamorata”, la mistica monoteista,
forse la “ciucculatera”[vi] della poesia lirica,
senza nessun fantasma, né di poema e nemmeno di poesia[vii],Mensch, nel suo Voler-Disegnare, e nella caffetteria
domestica, ha sempre il suo bell’oggetto fantasmatico.
La prima volta che →V.S.si occupò di quella politica fu quando con i pantaloni rossi era stata
immortalata in un fotogramma in cui beveva un caffè: “Una bevanda sublime!” Un
fantasma di fotografia e il poeta saraceno, in quanto Mensch, cominciò a farci
la posa del caffè attorno: un fantasma di scrittura, e poi, caspita, finirà col
farne un oggetto letterario. Che ha, è indubbio, la stessa Forma calligrafica
del calligramma di Franz Mensch, nella stessa Dimensione, che è quella dell’iconicità
e dell’egocentrismo, dell’ardimento, e del romanticismo, l’umanesimo di stato,
e della precipitazione, la stessa forma artificiale dell’inafferrabilità, della
vanità e dell’esibizione[viii]. Fino a quel suo spessore grossolano: il fantasma, per
farsi tale, è sempre nell’ordine e nel genere del grossolano, dipende dal
sociale e dal politico, dall’economico anche o, meglio, dal transeconomico e dal transpolitico di Baudrillard. Ed è, in sostanza, e per questa
grana così banale e volgare, un oggetto transpolitico, quella lì che le fanno
la bruma del caffè Franz Mensch,
Tinto Brass e, il poeta della Stimmung,
la posa del caffè.
! v.s.gaudio
[i] Cfr. Roland Barthes, IL ROMANZO, in: Incontro del 9 dicembre 1978b→R.B. La
préparation du roman, vol. I. Notes de cours et de séminaires au Collège de
France 1978-1979, Editions du Seuil, Paris 2003.
[ii] Giancarlo Pavanello,
CAFFETTERIA DOMESTICA, dado tutto bianco, Milano 2016. La nota di Pavanello per
V.S. Gaudio: “Con “Caffetteria domestica” sperimentavo un minimo di
sequenzialità ma con una narrazione minimalista e frammentaria”. Milano, 3
dicembre 2019.
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Il cinema muto al grado zero
Vs il cinema di
Tinto Brass al Florian
con quella del suo "Vorrei..." |
[iii] Intende, Barthes, quello
di S.Tommaso, poi anche la psicanalisi, e anche S.Agostino e Dante.
[iv] Non è riduttivo per “Mensch”,
un vezzeggiativo, come sentimento di mediatizzazione, un sentimento indotto e
non dichiarato. Un po’ di magnetizzazione sentimentale?
[v] L’avete notato come l’autore
della posa allude al “Caspita” e al “Perbacco” che, come interiezione, è una
delle accezioni di “Mensch”? Mensch, come “persona” o anche “soggetto”, è
proprio lui allora il Mensch del (
-phi),
almeno il suo portatore? “Cazzo”,
Mensch,
chissà che seminario sul “
tipo” ci
avrebbe fatto
Lacan!
[vi] Che sarebbe la “caffettiera”.
[vii] Sempre nell’accezione di
Barthes, quello dei seminari al Collège de France dal 1978 al 1980.
[viii] Forma e Dimensione sono due dei sottogruppi di cui alla griglia tipologica di Crépieux-Jamin, usata da V.S. Gaudio per la sua, cosìddetta, "Grafopoetica": Cfr. V.S. Gaudio, Introduzione a: Il POETA E IL GRAFOLOGO. Antologia degli "autografi", Ragusa 1984: pagg.5-13.