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Il mondo non è banale? ░ Il linguaggio conveniente del Sublime Prefetto

¨ Sutta  (vedico: s ū tra; letteralmente: filo * ) del linguaggio conveniente del Sublime Prefetto ** Mia Nonna dello Zen così ha udito: una volta dimorava il Sublime Prefetto presso la Basilica di Sant’Antonio, nel codice catastale di Padua. E il Sublime così parlò: “Quattro caratteristiche, o mio bhikkh ū *** , dirigente dell’area del decreto di espulsione e dell’accoglienza e dirigente anche dell’area degli enti locali e delle cartelle esattoriali e dei fuochi d’artificio fatti come Buddho vuole ogni qualvolta che ad esempio si dica “cazzo di Buddha” o anche “alla madosca” o “gaudiosissimo pelo”, deve avere il linguaggio conveniente, non sconveniente, irreprensibile, incensurabile dagli intercettatori; quali quattro? Ecco, o mio dirigente che ha distrutto le macchie: un dirigente d’area parla proprio un linguaggio conveniente, non sconveniente, un linguaggio conforme alla Dottrina del Governo, non in contrasto con essa, un linguaggio gradevole, non sgradevole, un linguag

L'autovalore viene a galla ◊ La posa del caffè e la psicanalisi 57


L’autovalore della toma de agua
La posa del caffè e la psicanalisi 57

© gordon chalmers 2010 partial submersion in seawater

1. La storia del Barone di Münchhausen che, col codino, con la forza del suo braccio, si tirò fuori dalla palude è quella che ci vuole per questa instantphoto di Gordon Chalmers su flickr[i], ammesso che si tirino in acqua due tipologie somatiche morfologicamente diverse, l’ex tuffatrice Tania Cagnotto, e la nuotatrice Federica Pellegrini, che, oltre che il paradigma dell’acqua, o quanto meno, della vasca come se fosse una condotta o una cisterna, ha, la longilinea mesomorfa veneta, la connessione con il codino del Barone anzidetto, per via del noto shampoo a cui fa da testimonial.
1.1 La chioma della modella del fotografo inglese e la riga che porta diritto, dal naso, si può dire,  lungo il meridiano, da cui può guardare il visionatore, e, prima di lui, il fotografo, il codino o la coda di cavallo, come se fosse il canale o la presa d’acqua longitudinale.
Il Barone, nella palude, è evidente, non può starsene tanto in superficie o a galla; la patagonica attante di Chalmers a galla, o in superficie, la mantiene, di qua, la capigliatura e di là, lungo il meridiano, il podice da nuotatrice a rana. Che, non ci sono dubbi, lei non gli dà l’autovalore chiamandolo come lo chiama il visionatore.
Quel che prende immediatamente nella sua astanza in acqua, per come viene ripresa dal fotografo, e per come si faccia così, sorprendentemente, riprendere , è la capigliatura, qui in primo piano, e il tergo, lungo l’asse che si snoda dalla sua scriminatura fino a incanalarsi lungo la riga del podice della ripresa d’acqua.
1.2 Anche nello stock fotografico di Microgen Imagen c'è una tuffatrice ripresa dall’alto, lei è con i piedi sul bordo del trampolino, e, a braccia aperte[ii], di culo all’acqua, come tante volte ci ha fatto vedere la Cagnotto,  ha il codino che, come se fosse il meridiano del fotografo e del visionatore, con questo chi si arrampicherà e chi si calerà?
Lei si tirerà fuori dall’acqua una volta che vi ci si è tuffata afferrandosi per il codino?
E il visionatore, afferrandola per il codino, lungo il meridiano, sul suo dorso, si calerà con lei in acqua, e poi riemergerà, sempre tenendosi al suo codino, alla sua treccia del (-phi) o dello shummulo?

2. Che dice il Barone di Münchhausen, dopo il secondo salto, che fu anch’esso troppo breve, tanto che cadde dentro fino al collo nel fango, a poca distanza dall’altra riva?
“Senza fallo vi sarei dovuto morire, se la forza del mio braccio, afferrandomi per il codino, non mi avesse estratto dalla melma assieme al cavallo, che stringevo forte tra le ginocchia.”[iii]
Watzlawick ci informa che anche Archimede espresse lo stesso pensiero per il famoso punto d’appoggio dal quale poter sollevare il mondo dai suoi cardini.
Il Barone, senza fallo, vedete? Sarebbe dovuto morire.
Il codino, afferrato dal suo forte braccio, lo estrasse dalla melma , assieme al cavallo, tenuto stretto tra le sue ginocchia.
Il cosiddetto (-phi) di Lacan e il sostantivo-archetipo del cavallo, tutto dipende dal tirarsi su per i capelli, e la nostra modella,vedete che sguardo che ha?
E tira fuori dall’acqua, così densa che pare melma, quel patagonico cisternone, insomma lo rivolta da dentro a fuori, o da sotto a sopra, e con quello sguardo vede, guardando il fotografo e, successivamente, il visionatore, che, nel futuro, verrà a vederla, anche lui con occhi nuovi, non ci crederete ma si tira su per i capelli, tiene tra le ginocchia il sostantivo-archetipo del cavallo, e oplà, senza fallo, con il doppio (-phi), quello del fotografo e quello del visionatore, e senza il punto archimedico, si tira fuori, nel senso più lato, dai confini del mondo attaccati alla propria chioma, il codino del Barone di Münchhausen, a quella di Avola[è come se fosse la coda del cavallo, che anche lei rinserra tra le ginocchia, vuoi vedere che per questo non è detto che non abbia il Sole o la Luna, se non la casa Nona, in Capricorno?], senza fallo le fa fare la patagonica toma de agua, ovvero la doppia ripresa del (-phi).

3. Ora, quel che il visionatore può aver visto in questa immagine della toma de agua, che, detto tra noi, è in tutto e per tutto, sia dentro che fuori, sopra e sotto la superficie, il codino dello shummulo, che è questo che l’attante indica, sia come soggetto desiderante sia come oggetto che si fa analemma esponenziale lungo il meridiano del visionatore che le scende dalla scriminatura fino al fondo del cielo, senza fallo, messa così, è evidente che lei ne morirebbe, sarebbe potuta annegare nel paradosso stesso dell’autoreferenza: la scriminatura quasi mistica, sul capo della bella e lungo il tergo fin tra le ginocchia dove rinserra la sua cavalcatura, che incolla interno ed esterno, sopra e sotto, mutandoli l’uno nell’altro e senza saldatura.
3.1 Seguendo, un po’ come fece Paul Watzlawick, la logica ricorsiva di von Foerster[iv], cerchiamo di formulare una frase che esprima  un enunciato definitivo sulla posizione messa in campo come shummulo, che, fatto in acqua, potrebbe essere, con trenta lettere, la cosiddetta “carriola” e, con trentuno, il cosiddetto “shummulo  portentoso”, a trentadue, si può fare sul trampolino, la “gaudiosa”.
Naturalmente, sarà la patagonica, che si tira su per i capelli e per il podice, a enunciare la frase, l’autovalore, di quel che dovrà essere inscenato ome shummulo, essendo stata così messa in scena lei in acqua dal fotografo del paradosso dell’autoreferenza dello shummulo[v].
Senza fallo guardo chi tira su il (-phi)
Che è fatta di 30 o 31 lettere: 30 senza il meno(-); 31 col meno(-); con le parentesi si considera 32.
Per vedere se c’è accordo tra lei e chi virtualmente è il soggetto che tira su il suo (-phi), riportiamo il numero del suo enunciato desiderante sull’asse x di un sistema di coordinate e il numero di chi la fa tirar su per i capelli e per il podice, lungo quel meridiano a ridosso del tergo sull’asse y (che, è inutile dirlo, è per la sua stessa natura, verticale).
Il suo enunciato, non diteglielo, per coincidere sull’asse del visionatore, deve trovarsi sulla diagonale tra l’asse x e l’asse y, che, come vediamo, avviene a 28 e 29; quindi una volta che viene tirata su per i capelli e per il podice, 30,31 e 32 non ricadono sulla diagonale, che virtualmente sarebbe il loro (-phi) funzionale.
(...)"la medaglia viva", che
si ottiene un po' come
la faceva la Cagnotto
sul trampolino(...)
3.2 L’autovalore della toma de agua, a 28, basta che tolga l’articolo “il”, corrisponderebbe alla posizione cosiddetta “la medaglia viva”, che si ottiene un po’ come la faceva la Cagnotto sul trampolino: si piega sul ventre, restando in piedi; il visionatore, se è più basso, come fa?
(...)"la mano odalisca",
che riesce bene se ci
fosse la Pellegrini,
sul bordo della
vasca(...)
Se è più alto, è come se scendesse dal suo Medio Cielo lungo il meridiano fino a farle fare il tuffo in acqua, senza tirarla su per i capelli.
3.3 L’autovalore della toma de agua, a 29, non so al momento cosa si dovrà togliere, anche dal (-phi), corrisponderebbe alla posizione cosiddetta “la mano odalisca”, che riesce bene se ci fosse la Pellegrini, sul bordo della vasca, che si sta tuffando in acqua e il visionatore prende a farle lo shummulo con lo shampoo che lei reclama.
In questo caso rischia di tirarla su per i capelli, lei si incazza e cambia immantinènte il suo autovalore, magari commuta la frase in dialetto, veneziano se è Pellegrini;
siculo-ammašcante se è quella di Avola, e magari esce la 33 o la 34 e il (-phi) sulla diagonale come ci arriva la scriminatura di “x” e “y”? E lei non avrebbe più la forza di tirarsi su per i capelli o il codino, anche del visionatore.
! v.s.gaudio



[i] Quelle che a Taras £ Quella di Avola | 5. La toma de agua  , pingapa 2019/04
[ii]Invece in questa foto →dell’istock, by getty images, la tuffatrice è posizionata con le braccia tese verso l’alto. Si veda qui → l’arrivo della tuffatrice sul trampolino.
[iii] Cfr. Paul Watzlawick, 10.Il codino di Münchhausen e la scala di Wittgenstein. Sul problema dell’autoreferenza, in: Idem, Il codino del Barone di Münchhausen, trad.it. Universale Economica Feltrinelli 9129, Milano 2018.
[iv] Ibidem.
[v] Per venire a capo dello “shummulo”: V.S. Gaudio, Shummulon vs Shumullar, “il cobold” 2012.

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